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Un e-commerce di Brunello d’antiquariato

Donatella Cinelli Colombini ha messo online i suoi Brunello d’antiquariato, dal 1993 in poi, a disposizione dei wine lovers e dei loro eventi celebrativi

 

E-commerce: Brunello Antiquario di Donatella Cinelli Colombini

E-commerce: Brunello Antiquario di Donatella Cinelli Colombini

Bottiglie di Brunello, Brunello Prime Donne e Brunello Riserva dal 1993 al 2016 che non sono mai uscite dalle cantine, rimanendo distese e al buio in attesa di andare nel calice degli appassionati.
La collezione di Donatella Cinelli Colombini è ora nell’e-commerce del sito e le bottiglie sono pronte per essere acquistate e spedite.

 

IL VINO VA BEVUTO E NON GUARDATO

Il nonno di Donatella, l’Avvocato Giovanni Colombini ripeteva spesso una frase: <<il vino va bevuto non guardato>>, cioè il Brunello è fatto perché diventi piacere e motivo di festa non per tenerlo in cantina. Ha detto più o meno la stessa cosa Aubert de Villaine, proprietario di Romanée-Conti che si dispiaceva del gran numero di sue bottiglie tenute dai collezionisti e non bevute.
Questo è il sentiment dei produttori appassionati che amano vedere i loro vini nei bicchieri di chi li sa apprezzare.

 

LE LIBRARY DI BOTTIGLIE ANTIQUARIE IN CANTINA

Brunello antiquario, vendite on-line - Donatella Cinelli Colombini

Brunello antiquario, vendite on-line – Donatella Cinelli Colombini

Ogni cantina di vini da lungo invecchiamento, come il Brunello, ha una “library” che cresce ogni anno. Si chiamano “library” perché somigliano a quelle piene di libri ed hanno lo stesso carattere sacrale e importante.
La differenza principale è che gli scaffali delle vere librerie sono più leggeri e contengono i volumi, mentre quelle delle cantine sono molto massicci perché devono reggere un peso enorme. Le bottiglie pesano, infatti, quasi il doppio del vino che contengono. Ogni anno vengono distesi sugli scaffali circa 200 esemplari di ogni vino capace di un lungo invecchiamento, nel caso nostro sono i Brunello, la Doc Orcia Cenerentola e il Supertuscan Il Drago e le 8 Colombe.

 

LE SEI PAROLE DEL VINO PIU’ FRAINTESE

Riduzione, varietà, riserva … parole che possono confondere il consumatore di vino perché significano anche altre cose e perché non vogliono dire sempre la stessa cosa

 

Sei parole del vino più fraintese

Sei parole del vino più fraintese

Di Donatella Cinelli Colombini

Il maggior numero delle parole che creano fraintendimenti sono nella vigna. Per un avvocato, un medico oppure un commerciante, le parole “densità di impianto” vengono capite come il riferimento al numero di prese elettriche e non collegate al numero di viti presenti in un ettaro di vigna, così come “piede americano” suggerisce la diversa taglia delle scarpe USA tipo Lumberjack e non l’apparato radicale successivo all’epidemia di fillossera.
La possibilità di fraintendimento è un serio pericolo nella comunicazione del vino soprattutto perchè molte delle parole legate all’enologia hanno un significato completamente diverso nella vita normale oppure cambiano la loro valenza nelle varie parti del mondo.

Per questo l’articolo sulle parole del vino che confondono o che vengono usate in senso improprio, pubblicato dal grande portale inglese thedrinksbusiness, mi ha subito interessato e desidero qui riassumerlo sollecitando tutti a una riflessione sulle parole che vengono dette con un intendimento e sono invece capite in tutt’altra maniera.

 

LE SEI PAROLE DEL VINO PIU’ FRAINTESE: VEGETALE O ERBACEO

Riserva: una delle parole del vino più fraintese

Riserva: una delle parole del vino più fraintese

Queste prime quattro parole sono usate per criticare un vino, ma talvolta sono invece un indicatore positivo.  Erbaceo: si tratta della sensazione olfattiva e gustativa che si sente in vini prodotti con uve raccolte molto presto. Generalmente è un difetto ma, in qualche caso, evidenzia i caratteri varietali dell’uva, aggiungono freschezza e complessità  al vino.

 

LE SEI PAROLE DEL VINO PIU’ FRAINTESE: ASTRINGENTE

Quando i tannini asciugano la lingua e creano un effetto duro come mangiando un frutto acerbo. Il difetto diventa pregio quando si collega all’invecchiamento. Infatti bevendo certi vini di Bordeaux, nella loro giovinezza, l’astringenza produce sensazioni sgradevoli ma permette la successiva evoluzione e serbevolezza del vino per cui diventa un elemento indispensabile delle grandi etichette.

 

I 6 modi più strani per aprire una bottiglia di vino

Hai comprato una buona bottiglia di vino ma non hai il cavatappi? Ecco 6 sistemi più o meno fantasiosi per stapparla con scarpe, cacciaviti o coltelli

 

Rosso di Montalcino Donatella Cinelli Colombini: aprire la bottiglia con una scarpa

Rosso di Montalcino Donatella Cinelli Colombini: aprire la bottiglia con una scarpa

di Donatella Cinelli Colombini

Le bottiglie di vino sono fra i pochi contenitori alimentari che hanno bisogno di un attrezzo esterno per essere aperti. In molte case solo una persona sa usare il cavatappi e spesso i giovani preferiscono bottiglie chiuse con lo screwcup proprio perché sono più facili da aprire. Molto spesso c’è un solo cavatappi disponibile e quando si rompe può essere difficile togliere il sughero.
Per questo sono stati inventati dei sistemi alternativi, in certi casi sono davvero fantasiosi, che qui vi propongo da un elenco di Thedrinksbusiness che io ho modificato anche per impedire gli infortuni domestici.

 

1) SABRAGE

Il sabrage nasce quasi come una cerimonia augurale o di festeggiamento degli Ussari di Napoleone e prevede di aprire la bottiglia con un colpo secco inferto con la sciabola al collo, dove il vetro ha una specie di bordo. Le spade moderne da sabrage sono generalmente corte, senza filo e senza punta in modo da non ferire gli sciabolatori maldestri. In realtà qualunque bottiglia di vino, e non solo lo Champagne, può essere aperta con lo sabrage. Anche la sciabola può essere sostituita da un coltello molto grosso. La cosa importante è la sicurezza nel dare il colpo perché le probabilità di farsi male sono alte.

set per champagne con sciabola per sabrage

Set per champagne con sciabola per sabrage

 

2) APRIRE IL VINO USANDO CACCIAVITE E TENAGLIE

Infilare una lunga vite nel sughero con un cacciavite e poi estrarla insieme al tappo con un paio di tenaglie.

 

3) APRIRE IL VINO CON LA SCARPA

Togliere la capsula, prendere una scarpa in cuoio, con il tacco bello duro, infilare la bottiglia nella scarpa in modo che il fondo di vetro prenda il posto del tallone e battere la bottiglia sul muro tenendola ben ferma dentro la scarpa. Tre colpi e voilà! Il tappo fuoriesce di un centimetro e mezzo per cui è facile tirarlo fuori con le dita.

 

I TURISTI DEL VINO NON SONO PIU’ GLI STESSI 5

Nelle cantine arrivano più donne e meno wine lovers. I visitatori cercano interesse e svago a contatto con la natura

 

I turisti del vino non sono più gli stessi

I turisti del vino non sono più gli stessi

di Donatella Cinelli Colombini

Il covid ha accelerato il cambiamento di profilo degli enoturisti che bussano alle porte delle cantine. Eravamo abituati ad una prevalenza maschile e invece le aziende Spagnole e poi quelle californiane hanno registrato più donne che uomini. Un cambiamento che trova un’espressione simbolica nei due film icona dell’enoturismo: Sideways (2004) dove Miles e Jack fanno un avventuroso viaggio di addio al celibato nelle cantine della contea di Santa Barbara, Wine Country (2019) con sei amiche che vanno a festeggiare un cinquantesimo compleanno nelle cantine di Napa.

 

LE DONNE STANNO DIVENTANDO LA MAGGIORANZA DEGLI ENOTURISTI

Il cambio di genere fra i visitatori delle cantine richiede qualche piccola attenzione nella wine hospitality. Roberta Garibaldi, nel suo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano, evidenzia come i maschi sono attratti dall’accoppiata vino-sport, mentre le donne hanno bisogno di un tocco più culturale. Ecco che probabilmente l’Eroica, corsa in bicicletta nei distretti vitati della Toscana, attirerà “male wine lovers” e invece l’opera lirica all’Arena di Verona sarà molto gradita dalle “female wine lovers” che vanno nelle cantine di Amarone.

 

I turisti del vino non sono più gli stessi

I turisti del vino non sono più gli stessi

CRESCONO I TURISTI DEL VINO PER CASO E DIMINUISCONO I WINE LOVERS

Il genere del turisti non è l’unica novità nel profilo dei visitatori delle cantine, un’indagine condotta da Winetourism.com su 80 cantine (38% italiane) di 34 Paesi nell’autunno 2020 ha evidenziato come il 57% dei nuovi enoturisti siano poco esperti di vino e desiderosi di intrattenimento, mentre solo il 15% abbia una reale passione per il nettare di Bacco. Tuttavia, nelle aziende dove è più alta la quota dei veri wine lover, i fatturati derivanti dalla vendita di bottiglie e degustazioni, ovviamente, sono più alti. E’ inoltre stata registrata una quota significativa, del 28% di visitatori in cui entrambe queste motivazioni di viaggio sono presenti.

 

AUMENTA LA RICHIESTA DI ESPERIENZE E CALANO LE VENDITE DI BOTTIGLIE

I cambiamenti nel profilo, e quindi nei bisogni dei turisti del vino, comportano adeguamenti nell’offerta e nella comunicazione dell’offerta. Infatti, attualmente l’income maggiore dell’enoturismo è costituito dalla vendita diretta (55,7%), mentre le animazioni sono il 36,7% del business enoturistico, ma è facile prevedere una futura diminuzione della prima e un aumento della seconda.

 

Gabriele Gorelli Primo Master of Wine italiano

E’ montalcinese, poliglotta, gentile, intelligente, grande lavoratore e comunicatore, conosce e capisce il vino … il primo Master of Wine italiano Gabriele Gorelli

 

Brookshow e Gorelli Brunello nel cuore

Brookshow – Gabriele Gorelli, Donatella Cinelli Colombini, Fabrizio Bindocci: libro “Brunello nel cuore”

di Donatella Cinelli Colombini

Al messaggio di congratulazioni mio e di Violante ha risposto <<Carissime, so che avete sempre fortemente creduto in me. Questo mi stimola e mi rende fiero del tessuto imprenditoriale toscano e italiano. È stata dura, molto dura. Ancora non ci credo … Grazie infinite, G.>> Poche parole che trasmettono la grande tensione, non ancora smaltita, rispetto a una prova impegnativa oltre le previsioni e l’enorme emozione successiva. Quasi sotto choc, per un successo inseguito da 5 anni e che tutta l’Italia del vino aspettava da almeno trenta.

 

ITALIANI WINE EXPERT CHE FANNO FATICA AD AFFERMARSI RIMANENDO IN PATRIA

Sembrava un tormentone, fra i 418 Master of Wine c’erano esperti di vino di 32 nazioni ma nessun italiano. Quasi un sigillo di provincialismo enoico che si manifesta ormai troppo spesso: ricordiamo la figuraccia al concorso a squadre per sommelier del 12 ottobre 2019 al Castello di Chambord in Francia, dove i nostri sono arrivati ultimi su 27 nazioni partecipanti. Ed è stata la seconda volta consecutiva.

Benvenuto Brunello: la cerimonia dietro le quinte con Gabriele Gorelli

Benvenuto Brunello: la cerimonia dietro le quinte con Gabriele Gorelli

I nostri wine expert sono tecnicamente fortissimi e, quando vanno all’estero fanno letteralmente il botto, basta ricordare Matteo Montone, milanese trapiantato a Londra che ha vinto il titolo di Miglior Giovane Sommelier del Mondo nel 2019 e, nell’estate scorsa, è entrato nella Court of Master Sommelier. Anche in questo sodalizio ci sono 267 membri di tutto il mondo ma solo 2 italiani, entrambi operanti all’estero.
Il caso più eclatante è Paolo Basso che ha vinto il titolo di miglior Sommelier del Mondo ASI nel 2013 concorrendo per la Svizzera.
Gabriele Gorelli sembra sconfiggere questo luogo comune di italiani provinciali in patria e capaci di sbocciare solo andando all’estero. Infatti Gabriele è un giovane DOCG nato e cresciuto fra le vigne di Brunello, suo nonno aveva proprio un piccolo appezzamento e lui non ha mai cambiato luogo di residenza.

 

Il Brunello che si racconta per immagini

I video di Francesco Faralli e Tommaso Dironato raccontano i vini di Donatella Cinelli Colombini attraverso il cellulare di chi li sta bevendo. Basta un clic

 

Brunello di Montalcino Riserva 2015 - Donatella Cinelli Colombini

Brunello di Montalcino Riserva 2015 – Donatella Cinelli Colombini

Donatella Cinelli Colombini inaugura un nuovo modo di raccontare la bottiglia di vino che usa mezzi elettronici e digitale pur manifestando un assoluto rispetto delle tradizioni e della natura.

Immaginate di essere a tavola al ristorante aspettando l’arrivo di una meravigliosa bistecca fiorentina. Avete davanti a un Brunello di Donatella Cinelli Colombini, prendete in mano la bottiglia puntate il telefonino sul QR Code e sullo schermo appare un video che vi porta nelle vigne e nella cantina del Casato Prime Donne, vi mostra come il vino matura in botte e come portarlo in tavola.

 

LA BOTTIGLIA SULLA TAVOLA SI RACCONTA CON LE IMMAGINI

Brunello di Montalcino Prime Donne 2016 - Donatella Cinelli Colombini

Brunello di Montalcino Prime Donne 2016 – Donatella Cinelli Colombini

Le Quattro stagioni di Vivaldi accompagnano le immagini filmante da Francesco Faralli con una rigorosa attenzione al vero. Non è un video pubblicitario e non ci sono attori al posto delle cantiniere e dei vignaioli. Il taglio è documentaristico e capace di raccontare per immagini con ritmo veloce, in meno di un minuto. Una scelta innovativa quella di usare un video digitale per aumentare la suggestione delle proprie bottiglie rinunciando ai testi scritti, usati fin ora. Ma una scelta coraggiosa soprattutto quella di puntare sull’autenticità dei luoghi e delle persone rinunciando a ogni suggestione artefatta. Decisione che ha portato Donatella Cinelli Colombini a scegliere un filmaker come Francesco Faralli che vive nello stesso territorio (a Castiglion d’Orcia) anche se ha studiato per 5 anni all’Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell’Immagini de L’Aquila, e poi ha lavorato in Italia e all’estero nella produzione di corti, video clip, spot ma anche documentari di contenuto sociale e culturale. Un mix di territorialità, tecnica e arte che Donatella voleva per raccontare la sua realtà nelle sue bottiglie.

 

Pellucci Pellaccia

Emanuele Pellucci, giornalista e assaggiatore, a cui dobbiamo il primo e principale libro sul Brunello ci racconta la sua storia da Fiesole alle Ande

Emanuela-Pellucci

Emanuele-Pellucci

di Donatella Cinelli Colombini

Pochi riescono a raccontare la propria vita come in un diario lungo 70 anni che riporta con precisione date, luoghi e nomi. Il libro autobiografico di Emanuele Pellucci descrive con precisione meticolosa il “piccolo mondo antico” di Fiesole dalla metà del Novecento. Figlio di un diplomatico, Emanuele ha trascorso lunghi periodi della sua infanzia in Svizzera ma senza mai smettere di appartenere alla piccola comunità fiesolana che, nonostante la promiscuità con Firenze, viveva una vista sua più intima e familiare quasi fosse un paese.

IL LIBRO SUL BRUNELLO DI EMANUELE PELLUCCI

L’incontro con il vino e specificamente con il Brunello di cui Emanuele Pellucci diviene il primo e principale narratore, è del 1974. Quando lui arriva a Montalcino c’è un solo albergo e una sola osteria. Incontra Franco Biondi Santi, il Conte Emilio Costanti e mia madre Francesca Colombini poco dopo Primo Pacenti e Nello Baricci insieme a tutta la generazione dei pionieri del Brunello moderno compreso Ezio Rivella enologo manager di Banfi.

Il progetto di scrivere un libro sul Brunello, che oggi appare persino banale, era in quel momento pionieristica e coraggiosa perché <<nessun editore credeva in un possibile interessamento da parte del pubblico per un libro che parlava di un vino che a quell’epoca era conosciuto soltanto dagli appassionati più avveduti>>. Persino il Consorzio gli nega un piccolo finanziamento perché il libro conteneva anche le schede delle due aziende più note ma non associate all’organismo consortile: Biondi Santi e Fattoria dei Barbi.

Valle del Douro Emanuela-Pellucci

Valle del Douro Emanuele-Pellucci

Un libro molto importante nella storia del Brunello per l’intelligenza tecnica con cui sono descritti suolo, clima, vitigno, caratteri organolettici, regole produttive e aziende. Un libro che ha aiutato i vini di Montalcino a farsi conoscere e i montalcinesi a raccontarli correttamente. Per Emanuele segna l’inizio di un cambio di vita con viaggi continui e il passaggio dal giornalismo sportivo e di cronaca, che aveva praticato precedentemente, a quello enologico con la rivista “Civiltà del Bere”.

BUON ANNO 2021

Salutiamo un 2020 difficilissimo e brindiamo, con il nuovo Brunello, al 2021 che arriva, augurando pace e bene a tutti per un futuro splendente

 

matrimonio di Violante ed Enrico - più bel ricordo 2020

matrimonio di Violante ed Enrico – più bel ricordo 2020

Di Donatella Cinelli Colombini

Ci vuole un brindisi porta fortuna e non c’è di meglio del Brunello 2016 Prime Donne. Come ben sanno tutti i wine lovers il Brunello diventa legalmente Brunello solo allo scoccare della mezzanotte dell’ultimo dell’anno. Questa volta la nuova annata è stata preceduta da squilli di tromba e i grandi critici internazionali gli hanno dato punteggi stratosferici ancora prima che uscisse nel marcato. Quindi, oltre al carattere di vino portafortuna, che tutto il Brunello possiede, questa volta siamo davanti a un Brunello fortunello capace di scacciare l’ombra malefica del covid e farci sperare in un nuovo anno gravido di speranze.
Brindo dunque con Brunello Prime Donne 2016 augurando a tutti salute e felicità nel nuovo anno.

 

FINISCE IL 2020 ANNO DEL COVID

Finisce il 2020 ed è un momento di consuntivi: salvo mio fratello che tuttavia era asintomatico, nessuno di noi si è ammalato di covid19 in famiglia e in azienda.

2020 nuovo staff delle cantine di Donatella Cinelli Colombini con 3 enologhe: Giada,Barbara e Sabrina

2020 nuovo staff delle cantine di Donatella Cinelli Colombini con 3 enologhe: Giada,Barbara e Sabrina

La provincia di Siena è stata complessivamente fra le meno toccate dall’epidemia ma per proteggerci abbiamo fatto davvero tanto; mascherine, sanificanti, pistole per disinfezione secca, apparecchi a ozono … ambienti per la quarantena dei cuscini dei letti …. schermi di plexiglass, turni negli uffici …. Abbiamo persino cacciato una turista sospetta….
Il lavoro è andato avanti come sempre nelle vigne dove la vendemmia è stata scarsa di quantità e abbondante di qualità. Ci aspettiamo 5 stelle. La raccolta delle olive, invece, è stata abbondante in quantità e qualità mentre i tartufi bianchi erano pochissimi.

 

CONSUNTIVI 2020 BENE IL VINO MALE IL TURISMO

Il business del vino è andato bene grazie ai mercati esteri che hanno comprato e ricomprato un eccellente Brunello 2015. E’ stato lui il nostro campione che ha sconfitto il covid. Le vendite del vino in Italia e la vendita diretta delle cantina sono molto calate ma, grazie alle minori spese (niente Prowein e Vinitaly, nessun viaggio all’estero, sospensione del Premio Casato Prime Donne …) il bilancio economico dell’azienda agricola è positivo.
Meno allegra la situazione dell’agriturismo e del ristorante della Fattoria del Colle che hanno lavorato solo da metà luglio a metà ottobre perdendo tutti i matrimoni stranieri e il 70% del fatturato normale. Ancora più disastroso il bilancio dei 3 negozi ToscanaLovers con quello di Cortona quasi azzerato e gli altri due ridotti all’osso per cui i ricavi 2020 saranno un quinto di quelli normali.

Brunello 2016 e Brunello Riserva 2015 a casa vostra

Proposta imperdibile per avere a casa tua, fra i primissimi, il Brunello 2016 e il Brunello Riserva 2015 e iniziare il nuovo anno da wine lovers  

 

Offerta anteprima Brunello 2016 e Brunello Riserva 2015

Offerta anteprima Brunello 2016 e Brunello Riserva 2015

Oltre a ricevere il vino a casa, potrai degustare i due Brunello on line con Donatella Cinelli Colombini. La data verrà comunicata non appena il vino sarà arrivato.  Sarà un appuntamento molto esclusivo nel week-end.

Come sapete il Brunello diventa legalmente Brunello e può essere bevuto solo dopo la mezzanotte del suo quinto capodanno.  Dunque, quelli che vi proponiamo non sono ancora Brunello e Brunello Riserva, lo diventeranno il I° gennaio 2021 e voi sarete fra i primi ad assaggiarli e farli gustare ai vostri amici. Li faremo arrivare a casa tua con la pompetta che salva il vino avanzato fino al giorno dopo.

Il Brunello porta fortuna e ti farà iniziare il 2021 da vero Wine lovers!

Buon anno nuovo !!!!!

Ovviamente alcuni importanti wine critics hanno assaggiato i vini nei mesi scorsi ed hanno dato rating eccellenti.

 

BRUNELLO DI MONTALCINO 2016 RATINGS

Robert Parker/Wine Advocate                   95

Vinous Antonio Galloni                                93

James Suckling                                            94

 

BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA 2015 RATINGS

Robert Parker/Wine Advocate                  94

Vinous Antonio Galloni                              94

James Suckling                                        93

 

OFFERTA PER I SOCI DEL CLUB DI DONATELLA

Donatella Cinelli Colombini aspetta i Brunello lovers per degustare insieme

Donatella Cinelli Colombini aspetta i Brunello lovers per degustare insieme

3 bottiglie di Brunello di Montalcino 2016 e 3 bottiglie di Brunello Riserva 2015 + una pompetta che estrae l’aria

Prezzo di 329 Euro (invece di 367 Euro) fino al 5 gennaio 2021

Per chi vuole raddoppiare l’acquisto con 2 cartoni con 6 bottiglie di Brunello 2016 e 6 bottiglie di Brunello riserva 2015

Prezzo di 618 Euro (invece di 724 Euro) fino al 5 gennaio 2021

SPEDIZIONE A CASA GRATIS IN ITALIA E SCONTATA di 20,00 Euro ALL’ESTERO

 

OFFERTA PER I NON SOCI DEL CLUB DI DONATELLA

3 bottiglie di Brunello di Montalcino 2016 e 3 bottiglie di Brunello Riserva 2015 + una pompetta che estrae l’aria

Prezzo di 341 Euro (invece di 367 Euro) fino al 5 gennaio 2021

Per chi vuole raddoppiare l’acquisto con 2 cartoni con 6 bottiglie di Brunello 2016 e 6 bottiglie di Brunello riserva 2015

Prezzo di 646 Euro (invece di 724 Euro) fino al 5 gennaio 2021

SPEDIZIONE A CASA GRATIS IN ITALIA E SCONTATA di 20,00 Euro ALL’ESTERO

 

Il costo della spedizione all’estero varia a seconda del Paese e verrà quantificata all’accettazione dell’ordine. Abbiamo delle condizioni molto vantaggiose per le spedizioni negli Stati Uniti, Canada, Giappone, Singapore, Hong Kong e Australia.

 

Tordi finti, ricetta di Montalcino

Deliziosi involtini dal sapore così intenso da sembrare tordi in salmì, cacciagione molto apprezzata a Montalcino, con la cottura in tegame

 

Tordi finti e Brunello di Montalcino

Tordi finti e Brunello di Montalcino

Di Donatella Cinelli Colombini

Montalcino è un territorio di grandi boschi dove, tanti anni fa, la caccia, era il modo per procurarsi la carne e sopravvivere all’inverno.

Una delle prede più ambite dai cacciatori erano i tordi ed a loro è dedicata la festa dell’ultimo week end di ottobre “Sagra del tordo” in cui i 4 quartieri Borghetto, Pianello, Ruga e Travaglio, sfilano in costume medioevale per le vie del centro storico, per poi sfidarsi in un torneo di tiro con l’arco.
I tordi sono uccelli migratori che scendono dal Nord Europa, specialmente in gruppo, per svernare nelle zone calde. Gli stormi arrivano in autunno e il loro arrosto allo spiedo oppure la preparazione in salmì sono particolarmente adatti ad accompagnare grandi Brunello.
Ma non tutti amano la cacciagione così come molti gourmand sono contrari alla caccia. Per loro esiste un’alternativa al tordo in salmì, una ricetta inventata dalle massaie di Montalcino per portare in tavola qualcosa di straordinariamente saporito e capace di esaltare il grande Brunello.

 

Vitello in arrosto morto

Il nome spinge a fare gli scongiuri, ma in realtà il vitello in arrosto morto è una ricetta deliziosa e adatta all’inverno e a vini raffinati come il Brunello

 

di Donatella Cinelli Colombini

Era una delle ricette predilette da mia nonna Giuliana Colombini che serviva la carne con della purea di patate. A me piaceva anche se, da piccola, il nome mi faceva paura e ancora di più la descrizione <<si chiama così perché cuoce nel tegame sempre chiuso come fosse una cassa da morto>>. Ci vuole fantasia per pensare ad una spiegazione più lugubre, neanche fosse il piatto di Halloween!!!!!
Scusate se vi ho rovinato l’appetito e cercate di recuperare entusiasmo perché quella che segue è la ricetta di un piatto di carne delizioso, che può essere preparato in anticipo e quindi vi permette di godere gli amici invitati a cena e il vino, con tutta tranquillità.

Ingredienti per il Vitello in arrosto morto

Ingredienti per il Vitello in arrosto morto

 

INGREDIENTI DELL’ARROSTO MORTO PER 4 PERSONE

Mezzo chilo di carne di vitello (cappello del prete), 2 carote, 2 costole di sedano, 1 cipolla, mezzo bicchiere di vino, olio extravergine e sale.

Basta con la sfogliatura delle viti

La pratica di togliere le foglie che proteggono i grappoli dal sole aveva una buona motivazione vent’anni fa, ma con il clima di oggi è sicuramente sbagliata

 

Viti di sangiovese sfogliate

Viti di sangiovese sfogliate

di Donatella Cinelli Colombini

A volte il successo può essere una gabbia che impedisce ogni cambiamento ma in realtà il successo è una conquista continua che impone un continuo aggiornamento. Questo vale nello sport, nella scienza, nell’industria e anche nei settori dove, apparentemente, la conservazione delle tradizioni offre un vantaggio competitivo, come nel vino.

 

I VIGNETI DI MONTALCINO TENUTI COME GIARDINI E AMATI COME FIGLI

Nel tempo i vignaioli montalcinesi hanno curato le loro vigne con attenzione affettuosa, come fossero figli. Fra le pratiche utilizzate per accrescere la maturazione dell’uva e preservarla dal marciume, in caso di pioggia, c’era la sfogliatura che veniva fatta a mano, verso i primi di settembre. In pratica, le viti venivano private delle foglie fino a scoprire i grappoli.

Vigneto sfogliato prima della vendemmia

Vigneto sfogliato prima della vendemmia

Fino a vent’anni fa questa pratica offriva indubbi vantaggi perché accresceva la concentrazione zuccherina degli acini e li manteneva asciutti in un’epoca in cui l’uva stentava a superare il 13% d’alcool potenziale e la vendemmia avveniva sempre ad ottobre, cioè dopo l’inizio delle piogge autunnali.  La sfogliatura rendeva anche più veloce la raccolta dell’uva e questo, nel caso di tempo incerto, era un altro buon motivo per farla.

 

SFOGLIATURA DELLE VITI DA  OTTIMA PRATICA DI COLTIVAZIONE A AZIONE DANNOSA

Oggi la situazione è completamente cambiata perchè le temperature si sono sensibilmente innalzate.
Il ciclo vegetativo delle viti inizia prima e finisce prima. Questo significa che l’epoca della maturazione coincide, quasi sempre con un periodo assolato con temperature massime superiori ai 30°C. Quindi i vignaioli devono fare esattamente l’opposto rispetto al passato: se prima il sole era spesso troppo poco per delle complete maturazioni e bisognava cercarlo, oggi dobbiamo proteggere l’uva dal sole in modo che non avvengano scottature o addirittura disseccamenti. Tutta l’impalcatura fogliare deve essere usata anche in funzione ombreggiante per rallentare la maturazione “tecnologica” cioè della polpa degli acini, in modo che vada in parallelo alla maturazione “polifenolica” cioè della buccia degli acini. Solo in questo modo potremo raccogliere uve adatte per produrre grandi Brunello.

 

Costole con i rapi di Montalcino

Ricetta autunnale delle case contadine di Montalcino che anticamente, con i primi freddi, uccidevano il maiale grasso e gustavano il delizioso costoleccio

 

di Donatella Cinelli Colombini

Il costoleccio o rostinciana, insieme al fegato, erano le parti meno conservabili del maiale per questo venivano mangiate subito ed erano motivo di festa nelle povere case contadine dove la carne arrivava in tavola molto di rado.

Ingredienti delle costole con i rapi di Montalcino

Ingredienti delle costole con i rapi di Montalcino

Il modo più succulento di gustare il costato di maiale è sulla griglia, con sale e pepe nero ma, per chi non dispone di un barbecue, la ricetta delle costole con i rapi, è un’ottima alternativa. Tutta la cucina montalcinese è molto saporita e adatta ai vini rossi di grande struttura che nascono dal super Sangiovese di questo territorio. In questo caso non consiglio di accompagnare il piatto con il Brunello perché è una pietanza molto semplice e casalinga ma propongo un bel Rosso di Montalcino. Notate che ho scritto rapi in vernacolo senese e non rape termine corretto italiano.

 

Vino e turismo arriva un conto salato per le cantine

Colleghi produttori guardiamo lontano senza ignorare le difficoltà odierne ma stando uniti, sostenendo la ristorazione e diventando protagonisti della ripresa

 

vino-e-crisi-del-turismo-2020-Fattoria-Del-Colle-Cenerentola

vino-e-crisi-del-turismo-2020-Fattoria-Del-Colle-Cenerentola

Di Donatella Cinelli Colombini produttrice di Brunello a Montalcino

 

C’è da chiedersi se ha ragione il Governo che parla di un calo del PIL inferiore al 10% e di una situazione sotto controllo, oppure sono giuste le percezioni dei normali cittadini che vedono una crisi gravissima, diffusa e capace di trasformarsi in un declino permanente del nostro Paese.
Limitiamoci a parlare delle cose che sappiamo: di vino e soprattutto di vino e turismo.

 

IL CALO DEL TURISMO IN ITALIA E I SUOI EFFETTI ECONOMICI

vino-e-turismo-nel-2020-Montalcino-Casato-Prime-Donne

vino-e-turismo-nel-2020-Montalcino-Casato-Prime-Donne

Il 2020 è stato l’anno nero del turismo con 58% di viaggiatori esteri in meno e un netto cambio di target: mancano gli statunitensi (-89,5%) altospendenti e sono arrivati i tedeschi in auto o in camper.
Il calo nel turismo italiano è meno forte -31% ma anche in questo caso è cambiata la modalità di viaggio: la vacanza media ha un importo di soli 859€ ed è durata una settimana. Il 23% dei vacanzieri ha usufruito del bonus.
Gli effetti economici sono importanti: perché mancano 24 miliardi di spesa dei viaggiatori estri e l’apporto del turismo al PIL nazionale è sceso dal 5,7% al 3,2%.
Va comunque ricordato che la catena di consumi innescata dal turismo non si arresta all’albergo o al ristorante ma si allunga a settori che apparentemente non sono collegati come i vivai di fiori, la produzione di arredi, le cantine, le società di wedding planner o le fabbriche di veicoli ….. creando un effetto domino difficile da quantificare ma ben evidente in città come Venezia e Firenze che vivono di turismo estero.

 

TURISMO AUTUNNALE ITALIANO MOSSO ANCHE DALL’ENOGASTRONOMIA

In autunno il 58% degli italiani hanno fatto ancora una vacanza prediligendo il mare (57%), la montagna, le città d’arte e i soggiorni enogastronomici (29%). Non è una cattiva notizia per territori come il Barolo e il Brunello che hanno anche produzione di tartufo bianco e in autunno vivono un momento di turismo vip ma contemporaneamente i contagi sono aumentati velocemente e enormemente.

 

Covid e turisti un 2020 tragicomico

Dal lockdown al braccio di ferro con i turisti desiderosi vivere la vacanza come se il covid non ci fosse: l’estate 2020 nella campagna toscana del vino

 

covid-e-turismo-alla-Fattoria-del-Colle-nuova-chef-Doriana-Marchi

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di Donatella Cinelli Colombini

Devo premettere che io, come tantissimi altri produttori di vino con wine resort, ero decisa a rimanere chiusa al turismo per tutto il 2020.
Troppo pericoloso e troppo costoso!

 

LA RIAPERTURA AL PUBBLICO NONOSTANTE IL COVID

E’ stato il matrimonio di mia figlia Violante e l’incertezza sulla durata della cassa integrazione a farmi cambiare idea. Così, a Giugno, è iniziata una vera corsa per intercettare clienti e organizzare le sanificazioni.
Per fortuna avevamo preparato i piani, ma non ci aspettavamo che fosse così difficile comprare un paio di guanti di gomma. Ora abbiamo di tutto: casse di mascherine, schermi, bidoncini a pedale, sanificanti, fazzolettini disinfettanti, impianti a ozono, pistole sanificanti, pistole per la febbre, registri …..
Un’impresa costosa ed impegnativa che è diventata un incubo poco prima del matrimonio di Violante, quando lo chef ed il maitre del ristorante ci hanno lasciato quasi all’improvviso.
Mi è venuto persino l’herpes per lo stress.
Quasi subito abbiamo trovato Doriana Marchi per la cucina e nella sala del ristorante la squadra si è riformata intorno ad Alfio Bari. Ma io non riuscivo neanche a dormire.

 

ISPEZIONI DURANTE IL LOCKDOWN E PAURE FORSE ESAGERATE

covid-e-turismo-alla-Fattoria-del-Colle-apertura-delle-piscine

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Per mesi il lavoro è andato avanti solo nelle vigne e a turno in cantina. Abbiamo lasciato imballata la nuova imbottigliatrice perché il collaudo lo dovevano fare tecnici di Bergamo e non abbiamo fatto lo spumante perché il camion per l’imbottigliamento arrivava da Brescia. Insomma più che prudenti eravamo fifoni.
Durante il lockdown abbiamo avuto 3 ispezioni in una sola settimana. Poi più niente neanche quando abbiamo riaperto al turismo.

 

IL VINO TIENE MA IL TURISMO AFFONDA

La riapertura è avvenuta in un clima di scoraggiamento e paura. Sapevamo di rischiare il contagio e di andare incontro ad un disastro economico senza precedenti: una perdita di fatturato dell’80% con gli stessi costi fissi e un bel carico di mano d’opera.

Per fortuna le vendite del vino, sorprendentemente, tenevano. Forse, grazie ad uno strepitoso Brunello 2015 e a una Violante scatenata che è riuscita persino a trovare 4 nuovi importatori durante il lockdown, a fine anno il calo del business dovrebbe arrestarsi intorno al 25%. E’ tantissimo, ma in confronto al turismo sembra poco.
Ma torniamo al turismo. Abbiamo avuto quasi solo clientela italiana mentre la Fattoria del Colle è pensata per clientela estera. Cosa complicata di per sé ma aggravata da una circostanza imprevista: per molti turisti essere in vacanza significava cancellare il coronavirus come se il 2020 fosse un anno normale.