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Il tartufo bianco con i vini toscani dei re

Week end d’autunno con tartufo bianco delle Crete senesi, Brunello, Chianti Superiore e Orcia in una fattoria toscana del Cinquecento con vinoterapia

Tartufo bianco, paesaggio e vino a San Giovanni d'Asso

Tartufo bianco, tartufaio con i suoi cani Fattoria del Colle

Di Donatella Cinelli Colombini

La Fattoria del Colle organizza tre week-end di novembre 3-5 / 10-12 / 17-19 per gli amanti del tartufo bianco che quest’anno è particolarmente raro e costoso.
La Fattoria possiede cinque riserve tartufigene da cui proviene il tartufo bianco delle Crete Senesi, una varietà molto raffinata per il profumo intenso e il gusto molto armonico. I week end dedicati alla preziosa trifola sono pieni di esperienze divertenti e capaci di arricchire le vostre conoscenze: la caccia al tartufo nel bosco con il tartufaio e i suoi cani, la lezione di cucina con il tartufo, visite delle cantine di Brunello (Casato Prime Donne) e Orcia-Chianti con la degustazione di 5 vini, cene con un piatto al tartufo ….
Due piccole chicche per arricchire questi weekend già così ricchi di suggestioni: al Casato Prime Donne di Montalcino, accanto alla cantina, Alessia Bernardeschi ha

Fattoria-del-Colle-appartamento-agrituristico

Fattoria-del-Colle-appartamento-agrituristico

realizzato un’istallazione artistica intitolata “Donna che guarda”, si tratta di una cornice dentro la quale farsi i più bei selfie nei vigneti di Brunello. E’ stata inaugurata il 17 settembre scorso e voi sarete fra i primi a usarla per le vostre bellissime foto, anzi mandatecele!
Infine, ciascuno porterà a casa una bottiglia di Brunello con la sua etichetta personalizzata. Non un Brunello di Montalcino ma il vostro Brunello con una confezione diversa da ogni altra.
Nei fine settimana 11-12 e 18-19 novembre, a 15 km dalla fattoria del Colle, nel castello di San Giovanni d’Asso (comune di Montalcino) avviene la mostra mercato del tartufo bianco delle Crete senesi con il mercatino del tartufo, tanti stand gastronomici e di artigianato locale.

Strade del vino: perché non si chiamano come le DOC?

La maggior parte delle nostre 150 Strade del vino hanno nomi di fantasia o di territorio ma questo le rende invisibili. Anche se politicamente corretto serve?

Strada-del-Vino-Barbaresco

Strada-del-Vino-Barbaresco

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello
Attualmente ci sono Strade del Vino  con nomi di tutti i tipi: quelle classiche che si chiamano come la denominazione a cui fanno capo, quelle comprensoriali, che sono la maggior parte, e abbracciano tutto l’agroalimentare di una regione o di una zona compresi asparagi o mele, poi ci sono quelle che hanno il nome di una DOC-DOCG ma riguardano aree dove ce ne sono anche altre …. La confusione regna sovrana.
Una confusione aggravata dal fatto che ognuno fa per se. In mancanza di una regia nazionale (l’Italia non ha un ministero del turismo) ogni regione e territorio compete con quello accanto e non solo rispetto alle agenzie di incoming locali ma anche nelle fiere all’estro dove a mala pena sanno dov’è l’Italia.

Strade del vino- Strada del vino Orcia

Strade del vino- Strada del vino Orcia

Il pasticcio sui nomi delle Strade si lega a doppio filo a decisioni politiche che hanno favorito i distretti o l’unione dei comuni , oppure hanno sopperito alla chiusura delle vecchie APT … penalizzando i risultati che i network territoriali devono dare in termini di sviluppo economico diffuso.
Uso come esempio la Strada del vino Costa degli Etruschi dove persone molto volenterose riescono a fare un ottimo lavoro e vi invito a pensare quanto si avvantaggerebbero se questa struttura si chiamasse Bolgheri con gli amanti del Sassicaia, di Ornellaia o Guado al Tasso che affollano Forte dei Marmi e altre località VIP nei dintorni. Quanti di questi turisti cercheranno l’appuntamento in cantina attraverso Strada del vino Costa degli etruschi e non digiteranno invece “visit Bolgheri” oppure “wine tour Bolgheri” finendo su Tripadvisor?

Lieviti indigeni o industriali ? Luigi Moio scatena un putiferio

Io preferisco i lieviti indigeni ma il grande Luigi Moio tuona: è un passaparola medioevale neopauperista antiscientifico

Luigi-Moio lieviti indigeni o industrali ?

Luigi-Moio lieviti indigeni o industrali ?

Di Donatella Cinelli Colombini

Lieviti indigeni o industrali ? Le affermazioni del Professore di Enologia all’Università di Napoli Luigi Moio pubblicate nel sito di Luigi Pignataro hanno scatenato un autentico putiferio anche per il suo attacco frontale ai sostenitori dell’uso dei lieviti indigeni come strumento di salvaguardia della tipicità. Se infatti Moio è unanimamente riconosciuto come una delle menti più lucide e feconde del panorama universitario e enologico italiano è anche conosciuto per l’assoluta mancanza di diplomazia.

lieviti indigeni o industrali opinione di Luigi Moio

lieviti indigeni o industrali opinione di Luigi Moio

Le reazioni sono dello stesso tenore. Molto duro, come sempre, Intravino punta verso Moio l’indice accusandolo apertamente di conflitto di interessi << da diversi anni il suo dipartimento collabora strettamente con la Laffort, uno dei più grossi produttori al mondo di lieviti selezionati e chimica per il vino>>.
In effetti le opinioni diverse da quelle del professore campano sono diffuse anche nel mondo scientifico e trattare da ignorantoni quelli che non la pensano allo stesso modo ha acceso la miccia facendo diventare esplosiva una discussione altrimenti molto stimolante.

Le vendemmie d’oro di tutto il mondo

Quali sono le vendemmie d’oro delle principali zone viticole del mondo? Lo dice Civiltà del Bere e rivela gli effetti del global warming sulla qualità

Vendemmia 2014 agosto Sangiovese alla Fattoria del Colle

Vendemmie d’oro prima e dopo il global warming Violante

Di Donatella Cinelli Colombini

Le vendemmie d’oro sono una al decennio. Sono da mito proprio perché sono rare e memorabili ma quelle eccellenti sono enormemente aumentate di numero con il global warming.
Un interessantissimo articolo pubblicato su Civiltà del Bere di maggio-giugno 2017 mi conferma sulla necessità di abbonarmi a questa rivista che offre pareri autorevoli, analisi lucide sul passato e idee utili per costruire il futuro. L’articolo in questione esamina le vendemmie dal 1970 a oggi in 8 aree viticole italiane e in 17 zone importanti del resto del mondo. I pareri sono di personalità di prestigio internazionale, dal sommelier campione del mondo Paolo Basso alla Master

Violante-Gardini Paolo-Basso Barbara-Magnani

Montalcino Casato Prime Donne Violante-Gardini Paolo-Basso Barbara-Magnani

of Wine Cathy Van Zyl mentre il coordinamento è di Alessandro Torcoli, grandissimo esperto che ha esaminato le vendemmie della California in prima persona.
Invitandovi a consultare Civiltà del Bere per gli interessantissimi dettagli tecnici ecco gli anni d’oro del vino italiano:
LANGHE 1970, 1971, 1974, 1978, 1982, 1985, 1988, 1989, 1990, 1996, 1997, 1999, 2001, 2009, 2010,
VALPOLICELLA 1983, 1988, 1990, 1995, 1997, 2006,2007, 2012, 2015, 2016

Il compleanno di Donatella

Compleanno di Donatella a Gozo-Malta fra ricordi lontani e vicini, cena sul mare a base di Champagne, Brunello, pesce crudo e fassona arrosto

Donatella e Carlo in Canada per la Selection Mondial du vin Canada

Donatella e Carlo in Canada per la Selection Mondial du vin Canada

Di Donatella Cinelli Colombini

Siena 24 agosto 1953. Sono nata nella casa dei mie nonni in via Lelio e Fausto Socini. Mio padre ci teneva moltissimo che nascessi nel luogo dedicato ai miei antenati. I Socini sono citati in tutti i manuali di storia e di filosofia per essere stati fra i personaggi di punta della Riforma protestante in Italia. Ideologi delle dottrine antitrinitarie portarono alla rovina la famiglia che era potente e ricca perché essere “eretici” all’epoca dell’inquisizione portava alla scomunica e alla confisca dei beni. La famiglia ha impiegato 400 anni per rimettersi in sesto. Il mio bisnonno Livio costruì la casa in cui

Il Palio dalle trifore della Fondazione Monta dei Paschi di Siena

Il Palio dalle trifore della Fondazione Monta dei Paschi di Siena

sono nata, poco fuori porta Camollia e comprò la Fattoria del Colle nel 1919 scoprendo poco dopo il rogito, di aver acquistato una delle proprietà confiscate ai suoi avi.
Ho la presunzione di assomigliare al mio bisnonno Livio Socini che, quando presi la direzione della Fattoria del Colle, mi mandò misteriosi segni di gradimento, come se volesse mettere nelle mie mani il fil rouge che portava a lui: le vasche da bagno usate dal Conte Spannocchi probabilmente a causa di una malattia della pelle che gli impediva di ben dirigere l’azienda e lo costrinse a venderla al Socini, le stanze segrete dove ho realizzato la vinsantaia e il caveau del Brunello antiquario …Persino quando ero assessore al Comune di Siena il ricordo del mio bisnonno Livio mi seguiva. Soprattutto durante le riunioni nella stanza del Sindaco che lui aveva occupato in qualità di primo cittadino all’inizio del Novecento e che, in alto sono affrescate con le immagini dei nostri comuni antenati Socini impegnati come ambasciatori della Repubblica Senese.

Vota la foto 2017 vincitrice del Premio Casato Prime Donne

Fantasy o realistica, evocativa o descrittiva …. Sarai tu a scegliere la foto 2017 dei territori del Brunello e dell’Orcia fra 5 immagini capolavoro

Andrea Rabissi - Discreta Presenza Premio Casato Prime Donne 2016

Andrea Rabissi – Discreta Presenza Premio Casato Prime Donne 2016

Clicca qui e apri la casella di voto con le 5 immagini finaliste del Premio Casato Prime Donne fra cui scegliere la foto 2017 vincitrice. La votazione resterà aperta dal 7 agosto al 4 settembre e potrai esprimere una sola preferenza.

Forza, fai la tua scelta! E’ divertente e la tua opinione ci interessa.
Le 5 immagini finaliste riguardano i territori in cui vengono prodotti i vini Brunello e Orcia, 13 comuni: Montalcino, Pienza, Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Radicofani, San Quirico d’Orcia e Trequanda, parti di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena.

Premio Casato Prime Donne Luna a Torrenieri Andrea Rontini

Premio Casato Prime Donne Luna a Torrenieri Andrea Rontini

Un territorio, in gran parte iscritto nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco e universalmente famoso per la sua bellezza e storicità. Si tratta di un banco di prova particolarmente difficile perché tutti i più grandi fotografi di paesaggio hanno puntato i loro obbiettivi sulle morbide colline, i volti etruschi dei vignaioli, i cipressi di San Quirico, la Cappella di Vitaleta, le cantine, i giardino de la Foce …. Fino a farne l’icona della Toscana più bella e più vera. In altre parole l’effetto cartolina, il “déjà vu” sono minacce capaci di condizionare chi scatta e chi guarda.

Un battito d’ali di Sveva Casati Modignani

E’ forse il più bel libro di Sveva Casati Modignani. Va letto perché aiuta a guardarsi dentro e accettare il bello e il brutto della vita senza rimpianti

Sveva-Casati-Modignani-al Lions-Montalcino

Sveva-Casati-Modignani-a-Montalcino

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello

Anche se è diventata celebre con i romanzi e questo non lo è, nessuna dei libri scritti da Steva Casati Modignani ha la stessa forza di Un battito d’ali. Un messaggio forte che dice  <<sono una come te e nonostante le difficoltà ho realizzato i miei sogni, provaci anche tu >>.

I libri di Sveva Casati Modignani hanno sempre questo tema di fondo: la bontà che vince la cattiveria, la felicità come premio finale di un percorso difficile, la vanità della ricchezza ostentata. La differenza è che, in questo caso, la storia è vera il protagonista è Bice Cairati – Sveva Sasati Modignani, quindi il messaggio è molto più forte.

Sveva-Casati-Modignani-Un battito-d'ali

Sveva-Casati-Modignani-Un battito-d’ali

Tutti vorremmo scrivere la nostra storia. Desideriamo che il ricordo di noi resti più a lungo e soprattutto che possa servire a chi è più giovane e ha bisogno di una spinta per uscire da situazioni simili alle nostre. Anch’io lo farò ma non sono ancora pronta; ho chiuso certe vicende nei cassetti insieme ai fogli che, tutt’ora, mi fanno stare male. Ci vuole tempo per guardare le proprie vicende con il giusto equilibrio e una sufficiente ironia. Solo così il racconto vero diventa forte e utile.

Ricordo il sociologo Giuseppe De Rita che presentando il rapporto Censis sulla Toscana citava il poeta Mario Luzi e le sue parole sulla donna che “nutre e governa”. <<Ho capito questa frase solo leggendo i dati statistici>> disse De Rita riferendosi al peso dell’opinione femminile su ogni decisione familiare: la quasi totalità delle scelte giornaliere e la maggioranza di quelle strategiche, come l’acquisto di una casa o la stipula di un mutuo, dipende dalle donne. Ed ecco che l’autobiografia di Sveva Casati Modignani conferma.

Premio Casato Prime Donne 2017

Ancora pochi giorni per mandare alla segreteria del Primio Casato Prime Donne gli articoli, i programmi e le foto pubblicate fra il I° giugno 2016 e 2017

Premio Casato Prime Donne 2016

Premio Casato Prime Donne 2016

Chiude il 15 giugno la raccolta di articoli o programmi televisivi riguardanti Montalcino e i suoi vini oppure le foto sui territori del vino Brunello e Orcia. Vanno inviati alla segreteria del Premio Casato Prime Donne per partecipare alla 19° edizione di questa iniziativa che, anno dopo anno, cresce in consensi e visibilità. Ha lo scopo di esprimere la gratitudine del territorio verso chi ne promuove la civiltà e le produzioni enologiche ma soprattutto mira a valorizzare le donne che propongono nuovi modelli di femminilità. Negli anni il Premio Casato Prime Donne ha bruciato i tempi assegnando il riconoscimento a personalità, ancora poco conosciute, che successivamente hanno fatto azioni memorabili come Samantha Cristoforetti che, quattro anni dopo il premio, è andata nello spazio. Oppure ha valorizzato il coraggio civile di una grande astrofisica che è rientrata dall’estero per insegnare in un università italiana – Sandra Savaglio – oppure quello di una giovane araba che si oppone al terrorismo rischiando la propria vita – Chaimaa Fatihi -. Il Premio Casato Prime Donne, accende i riflettori su un nuovo modo di

Carlotta Annibale e Giuditta parisi Punti di vista Montalcino Casato Prime Donne

Carlotta Annibale e Giuditta parisi Punti di vista Montalcino Casato Prime Donne

essere donna in una società che cambia e chiede al genere femminile un contributo di coraggio, etica e di esempi positivi.
La giuria composta da Donatella Cinelli Colombini presidente, Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione rappresenta, nel suo carattere composito e nelle sue competenze multidisciplinari un punto di osservazione privilegiato sulla società attuale ed è riuscita a dare contenuto e messaggio al premio Casato Prime Donne rendendolo un grande strumento di promozione sociale e territoriale. Le giurate sono affiancate dal Sindaco di Montalcino, dal Presidente del Consorzio del Brunello Patrizio Cencioni e da tre personalità di chiara fama: Mario Fregoni, Leone Piccioni e Sergio Zavoli.

Barack e Michelle Obama a Montalcino e a Siena

Barack e Michelle Obama a Borgo Finocchieto Buonconvento fanno i turisti, sorridenti e informali, scatenando la curiosità generale. Ma che belle persone

Barack e Michelle Obama nel Comune di Siena

Barack e Michelle Obama nel Comune di Siena

Di Donatella Cinelli Colombini

Perché sono molto amati, perché sono molto famosi, perché sono persone ricche di umanità e apprezzano l’Italia, la gente di Siena ha accolto Michelle e Barack Obama con un entusiasmo anche superiore a quello che avrebbe riservato a un presidente USA in carica.
L’Ambasciatore John Phillips aveva preannunciato l’arrivo di Obama nel suo splendido resort di Buonconvento, lo scorso febbraio durante Benvenuto Brunello. E in occasione del suo viaggio in Italia, il primo presidente nero della storia statunitense, è davvero arrivato in terra di Siena.

Barack e Michelle Obama a Borgo Finocchieto con Filippo Bartolotta

Barack e Michelle Obama a Borgo Finocchieto con Filippo Bartolotta

La residenza di Phillips si chiama Borgo Finocchieto ed è composta da diversi edifici in mattoni risalenti al 1318. Quando Phillips e sua moglie Linda Douglas, lo comprarono era in rovina ma il loro sapiente restauro ha saputo coniugare il rispetto delle strutture autentiche con l’eleganza adatta alle residenze del jet set: mobili d’antiquariato e un confort da 5 stelle con tanto di spa e palestra.
John Phillips è un personaggio di primo piano, avvocato con laurea a Berkeley, è uno degli uomini più influenti e vicini a Obama anche per aver finanziato la sua seconda campagna elettorale. La moglie ha avuto rapporti ancora più stretti con l’ex presidente americano per aver diretto la comunicazione nell’ufficio della Casa Bianca e essersi occupata della riforma sanitaria.

Violante la Cinellicolombini Jr con la valigia

Viaggio in Belgio, 50° anniversario del Consorzio Brunello e video top secret con Lorenzo Baglioni; la settimana di Violante Gardini Cinellicolombini

Violante-Gardini-Cinellicolombini-Jr

Violante-Gardini-Cinellicolombini-Jr

Di Donatella Cinelli Colombini

La nostra è una famiglia che non conosce le parole “noia” oppure “quiete”. Siamo tutti in frenetica attività ma Violante Gardini, la Cinellicolombini Jr batte tutti. Quello che vi racconto è qualche frammento della settimana scorsa.
Week end del 25 aprile in Belgio per 3 degustazioni dal nostro importatore. Impossibile parlarle <<mamma qui davanti ho la fila per assaggiare, chiamami dopo>> e dopo racconta <<dalla finestra vedevo Porsche, suv costosissimi, Mercedes che dopo la degustazione venivano letteralmente riempiti dei nostri vini>>. Insomma un successo strepitoso per la cantina e per l’instancabile

Brunello-di-Montalcino-cena-del-50°anniversario

Brunello-di-Montalcino-cena-del-50°anniversario

Violante. Instancabile perché nelle mattinate fra una degustazione e l’altra, Violante ha trovato l’energia per visitare Bruges la città dei canali e delle casette fiamminghe di epoca medioevale e Bruxelles. <<Bello il centro storico ma la città mi ha fatto paura, ci sono enormi fioriere per fermare i tir che volessero lanciarsi sulla gente e ogni pochi metri trovi una pattuglia di poliziotti>> una città trasformata dall’incubo del terrorismo. Nonostante questo Violante è contenta <<è stato un bellissimo viaggio>>.
Appena il tempo per disfare le valige e c’è il 50° anniversario del Consorzio del Brunello. Io sono a Malta e l’energetica Violante va a Montalcino alla cerimonia nel Teatro degli Astrusi dove mia madre Francesca è protagonista del talk show sulla storia del Brunello <<è stata bravissima>> mi racconta.

Brunellomania

Brunellomania: è la febbre di appassionati e ricchi collezionisti nei confronti del Brunello, i prezzi delle bottiglie e dei vigneti salgono

Brunellomania-Robert-Parker-e-Monica-Larner-a-Montalcino

Brunellomania-Robert-Parker-e-Monica-Larner-a-Montalcino

Arrivano i punteggi di Wine Advocate-Robert Parker Jr per il Brunello 2012 e le nostre bottiglie vengono premiate con due ottimi rating: 94+/100 al Brunello Prime Donne e 93/100 al Brunello classico.
Insieme ai giudizi sull’intera produzione Monica Larner ha pubblicato un lungo commento che fotografa la realtà 2017 di Montalcino. Va detto che Monica Larner, giovane wine citics di Robert Parker Jr- Wine Advocate ha una capacità di raccontare i territori del vino spettacolare, degna della più grande tradizione del giornalismo anglosassone. Si potrebbe pensare che esperti come lei vengano selezionati solo per il talento nell’assaggio del vino, invece non è così. Monica ha raccontato che quando Robert Parker le propose di diventare editor per i vini italiani aveva già

Benvenuto-Brunello-2017-Monica-Larner

Benvenuto-Brunello-2017-Monica-Larner

verificato sia la sua capacità di degustazione sia la sua capacità espositiva e il suo acume di giornalista. Insomma per lavorare nel più temuto giornale di rating sul vino, bisogna eccellere su più fronti e Monica Larner eccelle senza ombra di dubbio.
Andiamo dunque a leggere cosa ha scritto Monica Larner nell’articolo <<Italy, Tuscany: Brunello di Montalcino (New Releases) and the Undeniable Effects of Brunellomania>> l’innegabile effetto della Brunellomania.
Per Monica la Brunellomania ha la faccia sorridente dei produttori, commercianti e gestori di attività turistiche di Montalcino e si manifesta in alcuni fenomeni ben evidenti: in primo luogo l’aumento dei prezzi del Brunello al consumo in USA.

Mega Vinitaly 2017 visto da dentro

Vinitaly è la faccia sorridente del vino che vince e convince: Donne del Vino e CinelliColombini –cantina di donne- con un piccolo e sovraffollatissimo stand

Vinitaly-2017-Violante-e-il-suo-ritratto

Vinitaly-2017-Violante-e-il-suo-ritratto

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello

Vinitaly 2017: così tanti operatori che moltissime cantine chiederanno di aumentare lo spazio e dovranno portare più personale per non dover rinunciare a troppi contatti. Un numero di buyer così enorme nessuno l’ha mai visto e nessuno se lo aspettava, anche se le avvisaglie c’erano: prima della fiera il Direttore Mantovani aveva annunciato 6.000 operatori più dello scorso anno e tutte le cantine si erano sentite dire “quest’anno non vado a Prowein vengo a Verona“. Nonostante questo, l’afflusso dei compratori ha lasciato tutti spiazzati. Un successone per Vinitaly e per il vino italiano.

Ce lo ricorderemo per questo, ma anche per la crescita enorme del fuori salone, con

WineEnthusist-tasting-Donatella-CinelliColombini consegna lo spillo delle DDV alla pres.WomenOfVine

WineEnthusist-tasting-Donatella-CinelliColombini consegna lo spillo delle DDV alla pres.WomenOfVine

feste private sempre più enormi e con chef stellati, quella più divertente da AGIVI- i giovani del vino che si sono scatenati nei balli e nelle foto, quella più affollata delle Donne del Vino con 25 persone in soprannumero e troppe rimaste escluse. Ci ricorderemo Verona e Bardolino in festa con Vinitaly and the city pienissima di wine lovers. Ma ci ricorderemo anche il terrorismo che ha fatto saltare la diretta di Linea Verde con le Donne del Vino che delusione!

Per il resto un grande Vinitaly. Anche con qualche spunto divertente con le foto sbagliate della Puglia, che hanno mandato su tutte le furie il bravissimo assessore Leo di Gioia, preoccupato dalle critiche dei suoi produttori che invece lo stimano (Vittoria Cisonno in testa) ma vogliono che faccia causa all’agenzia di PR che ha usato il Cile invece del Salento.

Chianti, Toscana, Sangiovese, Barolo, Rosso

Queste le 5 parole più associate al vino italiano in USA. Colpisce la forza della Toscana e del Chianti

NY-Wine-Experience-vino-italiano-in USA-non solo Chianti

NY-Wine-Experience-vino-italiano-in USA-non solo Chianti

Di Donatella Cinelli Colombini, agriturismo, Fattoria del Colle
Le notizie arrivano dall’indagine “Wine Opinions Vinitaly Survey” e sono state ottimamente commentate da Wine Meridian. In ordine decrescente c’è un primo gruppo di parole che comprende Chianti, Toscana, Sangiovese, Barolo, Rosso e Dry seguito da una seconda lista con termini qualificativi che indicano soprattutto le sensazioni suscitate dal vino Earthy (terroso), Prosecco, Food, Fruity (fruttato), Robust (robusto), Diversity (diversità).
Una prima riflessione sulla parola Chianti che dimostra come lo sforzo di comunicare Classico, selezione, superiore …. Abbia dato frutti solo fra gli addetti ai lavori

Houston-seminario-Brunello-USA-non-solo-Brunello-e Toscana

Houston-seminario-Brunello-USA-non-solo-Brunello-e Toscana

mentre il grande pubblico faccia una gran confusione … quasi come quando si dice Bordeaux mettendo in un unico paniere i Premier Cru e i vin de pays, Margaux e les Graves.
Che ci sia una forbice ampia fra la percezione dei conoscitori e quella del grande pubblico risulta evidente dal confronto fra questa lista e la classifica delle denominazioni più presenti nella stampa internazionale mostrata dalla Regione Toscana all’inaugurazione delle Anteprime 2017. Il Brunello svettava primo davanti a Chianti e Chianti Classico. Invece nell’indagine “Wine Opinion Vinitaly Survery” il prestigioso vino di Montalcino è relegato in posizione molto periferica.

Complessità: per me è l’anima del vino

La complessità del vino è soprattutto aromatica e nel Brunello è la somma di quattro momenti: la vigna, la vinificazione e la maturazione e l’affinamento

complessità-del-vino-nasce-nalla-naturalezza-del-vigneto

complessità-del-vino-nasce-nalla-naturalezza-del-vigneto

Di Donatella Cinelli Colombini, cantine Casato Prime Donne, Fattoria del Colle

Molti pensano che la complessità del vino dipenda soprattutto dalle ultime due ma io non sono d’accordo. E’ vero: scegliere fusti di rovere di foreste centenarie e tonnellerie artigiane di grande qualità ha un’ importanza notevole. Per questo i miei tonneau vengono da 5 laboratori dove il legno rimane sotto la pioggia per anni e la lavorazione è manuale. La varietà dei legni e delle tostature aumenta la complessità.
Tutto vero ma la complessità, secondo me deve essere nell’uva. La maturazione in botte così come l’affinamento in bottiglia esalta la complessità del vino esattamente come un grande pianista esalta la bellezza della musica.

complessità-del-vino-importanza-dei-tini-piccoli-a-cappello-aperto-con-follatore

complessità-del-vino-importanza-dei-tini-piccoli-a-cappello-aperto-con-follatore

E’ una verità che ho capito vendemmia dopo vendemmia facendo errori e esperienze. La complessità dell’uva e quindi del vino aumenta con l’età dei vigneti e la crescita del loro patrimonio biologico. Per questo è indispensabile mantenere vivo il terreno e mantenere le viti in perfetto equilibrio. La qualità dei cloni, la quantità di uva di ogni pianta ma soprattutto il carattere del terreno, che deve essere di età geologica importante ( i miei sono pliocenici e neo quaternari) … tutto conferisce complessità. E tutto va preservato adottando un’agricoltura rispettosa dell’ambiente: biologico ma non solo.