Buona Pasqua
Qui alla Fattoria del Colle e al Casato Prime Donne stiamo tutti bene, ringrazio Dio per questo, ma intorno a noi tanti piangono per Pasqua...
Qui alla Fattoria del Colle e al Casato Prime Donne stiamo tutti bene, ringrazio Dio per questo, ma intorno a noi tanti piangono per Pasqua...
Donatella Cinelli Colombini racconta il passaggio da Montalcino a Trequanda. 35 km che dividono due mondi molto lontani. Gli anni delle speranze alla Fattoria del Colle
Trequanda Chiesa Parrocchiale
I miei primi anni a Trequanda (dal 1998) alla Fattoria del Colle sono stati davvero difficili. La distanza da Montalcino è solo di 35 km ma tutto sembrava fermo rispetto alla terra del Brunello, che correva verso il successo internazionale. D’inverno nella Fattoria del Colle era freddo. Solo una piccola parte della villa in cui abitavo era riscaldata e per dormire mi trasferivo in un appartamento agrituristico. Per portare fuori il cane di notte bisognava far rumore con i coperchi delle pentole per scacciare i cinghiali che arrivavano davanti al portone. Mi sentivo in esilio e anche un po’ sopraffatta dai problemi, anche perché ero sola: mio marito e mia figlia arrivavano solo nel fine settimana.
Poi successero delle cose strane. Via via che i restauri procedevano scoprivo misteriosi segni del passato che mi dicevano << aspettavamo proprio te >>. I miei antenati Socini avevano costruito la fattoria nel 1592, per poi perderla qualche anno dopo a causa della loro opposizione alla Chiesa. Ma qualcosa li ha misteriosamente riportati qui. Nel 1919 il mio bisnonno Livio Socini ricomprò la Fattoria del Colle per caso e poi scoprì che c’erano stemmi uguali al suo dappertutto. Seguì un periodo di minore cura e nel 1998 arrivai io, e il passato tornò a galla ancora una volta. Leggevo di un eremo medioevale e poco dopo lo trovavo nascosto sotto i tini in disuso. Un vecchio zio mi parlava di un ingegnoso sistema di allarme con una campana sul tetto azionata da una corda nascosta nel “salotto di fattoria”. Arrivando a casa la vedevo. Comparivano persino stanze rimaste chiuse da tempo immemorabile dentro l’edificio…La <<mission impossible>> di riportare la Fattoria del Colle al suo antico splendore mi avvinceva sempre di più, anzi più le difficoltà sembravano insormontabili, più mi caricavo.
Trequanda panorama dalla Fattoria del Colle
E le difficoltà contingenti c’erano. Eccome se c’erano. Abituata a Montalcino dove si viene letteralmente sospinti in avanti dalla fama dei brand, Montalcino e Brunello, qui mi trovavo in una situazione dove la spinta all’intero territorio dovevo darla io.
Ricordo un episodio: avevo ospitato due amici stranieri che poi proseguirono il viaggio per Montalcino fermandosi dal fioraio per mandarmi un mazzo di rose. Quando dissero l’indirizzo la fioraia rispose << Trequanda, provincia di …?>> perché, benché distasse solo 35Km, non l’aveva mai sentita nominare .
C’era poi una sostanziale differenza di mentalità: se infatti nella mia terra montalcinese tutti erano e sono convinti di essere in un luogo di eccellenza, una specie di terra benedetta da Dio, qui a Trequanda era il contrario. La popolazione si sentiva in un posto di “serie B” dove << non c’è niente>>, per cui persino i bambini si chiedevano << cosa ci trovano i turisti, perché vengono qui? >>.
2017 la vendemmia più scarsa mai portata in cantina ci regala un Chianti Superiore, davvero superiore, alla Fattoria del Colle nel sud della Toscana...
Bianco Sanchimento 2018 della Fattoria del Colle, per la prima volta BIO. Donatella Cinelli Colombini presenta i primi frutti della sua scelta ambientalista:
Il bianco “Sanchimento” e il rosato “Rosa di tetto” sono i primi vini con certificazione biologica della Fattoria del Colle. E’ ottenuto con le uve del piccolo vigneto intorno alla cappella della Fattoria; il suo nome deriva infatti dal Santo patrono della chiesetta, Clemente I, Papa martire nel 97 d.C. a Sebastopoli. San Chimento è infatti il nome medioevale toscano dello stesso Santo ancora oggi usato dalla popolazione locale.
Il vigneto fu piantato nel 1989 con viti Traminer ed è a un’altitudine di 404 metri sul livello del mare con un terreno a prevalenza calcarea.
Sanchimento è dunque un “family wine” ottenuto da uve prodotte in fattoria, vendemmiate a mano, vinificato a regola d’arte e
2018-vendemmia-traminer-Fattoria-del-Colle
imbottigliato in una piccola serie di soli 2.000 esemplari.
L’annata 2018 è caratterizzata da una straordinaria ricchezza aromatica grazie a un’estate fresca e un autunno assolato ma con forti escursioni termiche fra la notte e il giorno.
Venite ad assaggiarlo prima che finisca! Alla Fattoria del Colle l’olio nuovo è poco e verrà imbottigliato in una sola tipologia
Fattoria-del-Colle-Bruschetta con olio nuovo
Niente olio nel piovosissimo 2014, poco nel caldissimo 2017 e anche quest’anno un raccolto piccolino a causa di un inverno troppo freddo e di una primavera-estate troppo piovosa.
I tecnici prevedono che saremo letteralmente inondati da olio che sembra italiano ma proviene dalla Spagna o dalla Tunisia.
E allora cosa fare per procurarsi del buon olio extravergine di oliva appena fatto, ottimo per la salute e per il piacere della tavola?
Bisogna andare a comprarlo direttamente nei luoghi di produzione sfruttando i weekend d’autunno che offrono anche i panorami più belli.
Bisogna ricordare che Il 50% della qualità dell’olio dipende dal “terroir”, il 25% dalle cultivar degli olivi e dai metodi di raccolta, il restante 25% è merito del frantoio. Ebbene la fattoria del Colle è in una zona con un primato storico per la bontà del suo olio d’oliva. A 400 metri di altitudine, sulle colline che delimitano la Valdorcia e le Crete Senesi, nel Sud della Toscana, il clima e il terreno sono ideali per l’olivicoltura
Olio-extravergine-2018-Fatoria-del-Colle
di eccellenza. Oliveti naturalmente biologici perché la mosca olearia, il terribile insetto che depone le sue uova nelle olive rendendo rancido l’olio, non si era mai vista. Parlo al passato perché, anche noi, da alcuni anni, siamo ora costretti a usare i sacchettini che uccidono le mosche. Gli olivi con questi contenitori gialli, appesi alle fronde, hanno un aspetto quasi natalizio ma vale la pena usarli in modo da evitare i pesticidi. I nostri oliveti sono a chimica zero e devono rimanere così.
Le poche olive 2018, alla Fattoria del Colle, sono raccolte a mano, nel modo più tradizionale e adatto a preservarne la qualità. Vengono frante (spremute) giornalmente nel frantoio Sant’Angelo di Castemuzio che dista pochi chilometri, li c’è il maestro frantoiano Paolo Bindi che usa il suo frantoio Pieralisi come un pianista: con tocco gentile, lentamente e a bassa temperatura (meno di 27°C).
Non mancate! Sabato 20 ottobre alle 15.30 in piazza Garibaldi a Trequanda per la presentazione del libro Toscana di Alfredo e Helle Tesio
Toscana-di-Alfredo-e-Helle-Tesio
La Toscana vista da vicino, anzi dall’interno. Piccole storie che formano un affresco vero, vivace, umanissimo destinato ai lettori scandinavi. Le raccontano Alfredo Tesio e sua moglie Helle Poulsen giornalisti e scrittori di politica e gastronomia con alle spalle 16 libri sull’Italia. Hanno una casa a Trequanda nel cuore più intatto della Toscana antica e da qui parte il loro racconto di storie, persone, luoghi e soprattutto sapori. Il 20 ottobre, nella piazza di Trequanda Alfredo e Helle Tesio presenteranno il loro libro, all’interno della Festa dell’Olio, mostrando quello che all’estero apprezzano dell’Italia. Non mancate!
Qui di seguito la descrizione della Fattoria del Colle tratta dal libro Toscana di Alfredo e Helle Tesio.
Alfredo-e-Helle-Tesio-a-Trequanda
….La storia qui potrebbe cominciare come in una fiaba del grande favolista danese Andersen. “ c’era un volta una fanciulla, che voleva diventare una principessa” .
La fanciulla si chiamava Donatella.
La sua mamma Francesca era già famosa in tutto il mondo, come una delle prime donne che produceva un grande vino.
Quando mio padre mi donò la Fattoria del Colle e andai ad abitarci non mi piaceva ma arrivarono dei segni di benvenuto quasi magici, come se mi aspettasse
Fattoria del Colle-magia- e -passato
Di Donatella Cinelli Colombini
Come ogni posto con una lunga storia anche la Fattoria del Colle è piena di magia e segreti. Continuo a scoprirli anche adesso, dopo vent’anni da quando mio padre Fausto Cinelli mi donò questa proprietà chiedendomi di farla rifiorire.
Quando arrivai la Fattoria del Colle mi spaventava, c’era una situazione finanziaria difficile e un’enorme quantità di investimenti da fare, mancavano di punti forti su cui appoggiarsi per costruire un progetto con qualche probabilità di successo. Inoltre ero sola, mio marito e mia figlia abitavano a Firenze e il posto mi appariva lontano da tutto, freddo, con cinghiali che di notte arrivavano quasi davanti alla porta… insomma oltre ad apparirmi preoccupante non ci stavo affatto volentieri.
Fattoria del Colle villa- come è oggi
Ma quasi subito cominciarono a succedere delle cose strane, quasi a volermi dire <<benvenuta, ti aspettavamo da tanto>>. Durante il primo inverno, che fu il più difficile anche sotto il profilo psicologico, i segnali furono talmente tanti da suonare come un coro di incoraggiamento. Andavo a Trequanda per assistere alla presentazione di Roberto Barzanti della guida del paese di Elio Torriti e scopro che alla Fattoria del Colle c’era l’eremitaggio di Sant’Egidio di Querciola. Un santo del XII secolo di cui non avevo mai sentito parlare e di cui sembrava non fosse rimasta traccia ma ….
Le piccole scoperte che facevano riaffiorare il passato delle Fattoria del Colle continuavano senza sosta, come un fil rouge che mi legava a quel posto
antica cucina Fattoria del Colle
Per Natale andai a trovare il patriarca della mia famiglia paterna, l’Ingegner Luigi Socini -quasi centenario ma ancora lucidissimo- nella sua casa di Siena in Via San Martino. Zio Gigi, come lo chiamavamo in famiglia, mi raccontò alcuni aneddoti della vita alla Fattoria del Colle all’inizio del Novecento << in campagna c’erano ancora i briganti che, di giorno, quando le donne erano sole, entravano in cucina per rubare polli, uova, cacio, olio, farina … ma c’era un allarme, una campana sul tetto che si suonava dal salotto di fattoria. Gli uomini ritornavano di corsa e acciuffavano i birboni>>. La mattina dopo, alla
Stemma Socini Fattoria del Colle
Fattoria del Colle dove i muratori stavano rifacendo il tetto, vidi la campana a forma di cloche, una settimana dopo sarebbe scomparsa per sempre. Poi, con qualche ricerca, capii come le donne suonassero la campana senza farsi scoprire, tirando una corda nascosta dentro un grande orologio a muro. Quando mostro questo congegno ai visitatori della fattoria rimangono sbalorditi dall’ingegnosità del trucco.
Le scoperte più sensazionali avvennero in cantina. Il sotterraneo della villa cinquecentesca fu trasformato in bottaia con un restauro eseguito a tempo di record nella primavera del 2001. Volevo costruire una scala esterna che collegasse la base dell’edificio con il sottotetto dove c’erano i caratelli del Vinsanto in modo da riunire tutta la zona destinata alla maturazione dei vini in contenitori di legno.
Fa un certo effetto dire la frase <<con i poteri conferitemi dalla legge … vi dichiaro marito e moglie>>. Storie tristi e allegre di Donatella e dei suoi 200 matrimoni
matrimoni al Comune di Siena
Di Donatella Cinelli Colombini, Agriturismo, matrimoni, Fattoria del Colle
La maggior parte dei matrimoni sono tra persone evidentemente innamorate che, in qualche caso, hanno già un bel numero di bambini e decidono di festeggiare il loro amore con amici e parenti. Ne ho celebrati così tanti che proprio non li ricordo. Mentre mi rammento di quelli peggio assortiti tipo il ricco americano, magro e aitante ma chiaramente sessantenne che aspettando la sposa mi disse dei supermercati che possedeva e il prezzo dell’anello che stava per regalare alla futura moglie. Poi arrivò lei, asiatica, giovane e bella accompagnata dalla madre e dai parenti stretti. I suoi occhi erano talmente gonfi e rossi che il trucco e il velo non riuscivano a nasconderli.
Matrimoni bouquet
Ancora a proposito di anelli ho visto dei brillanti grossi come ceci nelle mani dei futuri mariti americani. Ricordo che una volta fummo costretti a spostare la celebrazione dei matrimoni nel consiglio comunale che, proprio davanti al tavolo ha, nel pavimento, le grate dell’antica areazione. Lo sposo era un inglese con una banca a Singapore e l’anello aveva un brillante quadrato enorme. Lui prese l’anello, guardò la grata, riposò l’anello, spostò la fidanzata e poi le mise al dito quel brillante milionario. Anch’io sospirai di sollievo pensando a cosa sarebbe successo se l’anello fosse caduto nei condotti sotto la grata.
2016 annata 5 stelle in cui le viti hanno avuto un ciclo vegetativo lunghissimo. Una maturazione lenta e perfetta che ha prodotto poca uva capolavoro
Rosa-di-tetto-IGT-Toscana-Rosato-Fattoria-del-Colle
Di Donatella Cinelli Colombini, Rosato IGT, Toscana
Rosa di tetto è un vino rosato prodotto alla Fattoria del Colle in un vigneto piantato nel 1999 e coltivati in modo biologico a 400 metri di altitudine. Ha uno stile più francese che italiano, evidente nel colore “rosa antico” ma soprattutto nel gusto e nell’aroma ricco che richiama la mela verde e i fiori.
Strano a dirsi, a volte l’uva di Sangiovese migliore non è bellissima a vedersi. Infatti gli acini di questa varietà hanno una buccia molto più delicata di quella del Cabernet o del Merlot e per questo, quando sono perfettamente maturi, come è avvenuto nel 2016, sono fragilissimi e si rompono anche solo con il contatto delle mani. Nella nostra azienda vendemmiamo a mano, scegliendo i grappoli uno per uno nella vigna. Poi bisogna portarli in cantina a tutta velocità per evitare che, quelli aperti perdano liquido e facciano iniziare la fermentazione dentro i contenitori da
Vendemmia-2016-Fattoria-del-Colle
trasporto. Il risultato è una specie di balletto, nei filari della vigna, i coglitori si piegano e si alzano, i cestelli d’uva salgono e scendono velocissimi rovesciando i grappoli nei bins che li portano in cantina. In meno di 20 minuti l’uva arriva sul tavolo di cernita che seleziona gli acini migliori e poi nel tino per la vinificazione.
La vendemmia 2016 aveva un potenziale qualitativo straordinario e, per questo, la squadra dei vendemmiatori era di oltre 15 persone. Questo ci ha permesso di vendemmiare ogni piccola “parcella” cioè zona del vigneto nel giorno esatto della maturazione perfetta e produrre vini di grandissima qualità sull’intera gamma delle due cantine della Fattoria del Colle e della Fattoria del Colle
2016 vendemmia 5 stelle, edizione limitata di sole 2.000 bottiglie per l’IGT toscano Sanchimento della Fattoria del Colle di Donatella Cinelli Colombini
Sanchimento-2016-IGT-Toscana-bianco-Fattoria-del-Colle
Il piccolo vigneto di Sanchimento fu piantato nel 1990 con viti Traminer nel versante Nord della collina che sale dietro alla cappella della Fattoria del Colle, a 404 metri sul livello del mare. Il terreno è profondo a prevalenza calcarea e depositi neoquaternari con presenza di litologie resistenti cioè calcareniti e conglomerati.
La scelta del vitigno Traminer è piuttosto inusuale in Toscana e dipende dalla predilezione di Fausto Cinelli, padre dell’attuale proprietaria Donatella Cinelli Colombini, per questo vitigno che vuole climi freschi e soprattutto notti fredde come quelle che caratterizzano il microclima della Fattoria del Colle.
Da questo vigneto Donatella Cinelli Colombini produce solo 2.000 bottiglie all’anno
Trequanda-Fattoria-del-Colle-Cappella-di-San-Clemente
di IGT Toscana bianco. Una piccolissima e curatissima selezione che porta il nome della cappella accanto alla vigna: San Clemente I Papa martire nel 97 d.C. a Sebastopoli. San Chimento è infatti il nome medioevale toscano dello stesso Santo.
L’annata 2016 è stata una delle migliori deli ultimi anni grazie al lunghissimo ciclo vegetativo delle viti che hanno germogliato in anticipo e sono arrivate a perfetta maturazione nelle date consuete, in modo graduale e lento. Da questa felice circostanza e dalle fredde notti di settembre, dipende la particolare ricchezza aromatica del Sanchimento 2016.
Quanto conta la comunicazione nel caso di eventi per turisti in cantina e quali sono le iniziative a pagamento destinati ai wine lovers
Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino e Trequanda in Toscana
MarteComunicazione Marzia-Morganti ufficio stampa
L’INIZIATIVA NON COMUNICATA E’ INESISTENTE
Fotografie, video, comunicati stampa azioni di PR, article marketing … l’azione di comunicazione deve essere forte e mirata ma soprattutto deve continuare nel tempo perché non tutte le opportunità di visibilità arrivano immediatamente dopo gli eventi per turisti in cantina. A volte il follow up deve continuare per mesi.
La comunicazione deve usare l’evento come argomento di attualità che riaccende l’interesse ma poi concentrarsi sulla cantina, il produttore, i vini e soprattutto sull’offerta turistica che l’iniziativa mette in evidenza. Non deve raccontare
Alessandro Maurilli uffici stampa
solo l’appuntamento, dunque, ma usarlo come riflettore per illuminare quello che ci sta dietro.
In genere la comunicazione più efficace è mista: l’azione dell’ufficio stampa tradizionale con comunicati e inviti spediti ai giornalisti, il recall e l’inoltro di foto, notizie più dettagliate. Accanto l’azione on line che sfrutta i contatti costruiti in precedenza cioè le offerte del sito, il blog con la news letter ad esso collegata e soprattutto i social c on un’azione virale che comprende la scelta di un hashtag a piccoli investimenti che accrescono la visibilità dei post.
Molto spesso il feedback degli eventi dedicati al vino influenza anche l’incoming dei visitatori. Il caso più clamoroso è quello della splendida cantina Antinori nel Chianti
Fiammetta Mussio Pr e ufficio stampa
Classico in cui i Master of Wine fecero la cena di gala in occasione del loro symposium in Toscana nel 2014. Le foto di questa splendida serata hanno fatto il giro del mondo accrescendo la fama e la forza attrattiva di questa cantina capolavoro.
EVENTI IN CANTINA PER TURISTI IN SENSO STRETTO
Si tratta di piccole iniziative dirette proprio ai turisti del vino: appuntamenti a data fissa oppure creati e lanciati via internet. Si tratta generalmente di iniziative a pagamento che, nella stragrande maggioranza dei casi riguardano degustazioni verticali dei propri vini o assaggi di grandi vini altrui.
Ricetta del vero e saporitissimo sugo all’aglione. L’aglione non è aglio, è un ortaggio che esiste solo in Val d’Orcia e della Val di Chiana
Aglione di Mauro Vegli al Barrino di Montisi
Di Donatella Cinelli Colombini
Venite a provare l’aglione, rimarrete stregati. La differenza è abissale nel sapore, nella digeribilità e soprattutto nell’odore e infatti lo chiamano l’aglio “a prova di bacio” perché chi lo mangia non diventa una “puzzola” con la bocca che uccide.
Cresce anche a Trequanda e alla Fattoria del Colle prepariamo dei pinci all’aglione memorabili.
Il mio incontro con questo prezioso prodotto è avvenuto al Barrino di Montisi, dove Gianluca Monaci ha creato l’Ombelico del Mondo e ci delizia con bollicine strepitose: Champagne di piccole e grandi maison eccellenti, Giulio Ferrari in forma smagliante, spumanti di uve e zone che solo la sua curiosità sfrenata riesce a scovare. In questo clima decisamente effervescente arriva Mauro Vegli ex ferroviere e “passionista” dell’aglione con i suoi enormi agli in mano. Mi innamoro, è un colpo di fulmine.
Aglione
Il capo d’aglio di “Allium ampeloprasum var. holmense Asch. et Graebn” pesa circa mezzo chilo ed ha spicchi enormi di 70-80 g ciascuno. L’Aglione è una varietà di aglio tipica della Val Orcia ed’ della Val di Chiana. Quest’ultima è un territorio un tempo lacustre e ora rinomato per l’orticoltura e i frutteti; si estende fra le provincie di Arezzo, Perugia e Siena dove ci sono terreni sabbiosi e poco umidi adatti per l’aglione.
Lo spicchio secco viene “seminato” cioè interrato alla fine di ottobre, con il capo rivolto verso l’alto e quando inizia a germogliare viene privato del fiore con cui è possibile produrre un’ottima marmellata. L’aglione viene “cavato” cioè sbarbato da terra a giugno ed è pronto per essere appeso o mangiato.
A 10 anni dalla morte Siena rende omaggio a uno dei suoi figli più capaci, coraggiosi e appassionati: Luigi Socini Guelfi. Un uomo da cui trarre ispirazione
Luigi Socini Guelfi e la moglie Franca con mio padre Fausto Cinelli come paggetto
Di Donatella Cinelli Colombini
E’ morto a 102 anni nella notte fra il 17 e il 18 agosto 2006 chiedendo discrezione e preghiere. La sua Contrada del Bruco, aveva appena vinto il Palio e lui, che era stato capitano vittorioso, aveva esposto fuori di casa la bandiera di cui era tanto orgoglioso. Ora, a distanza di 10 anni è giusto valorizzare la grandezza di un uomo straordinario per trarre coraggio dal suo esempio in un’epoca come quella attuale, in cui troppo spesso viene seguita la convenienza invece del dovere e la politica è diventata un mercato di interessi personali anziché la costruzione del bene comune.
Luigi Socini Guelfi commemorazione Contrada del Bruco
Luigi Socini Guelfi, per me zio Gigi, discendeva da una famiglia senese antica e importante, quella di Lelio e Fausto Socino che, nel Cinquecento furono fra i maggior sostenitori della riforma protestante in Italia. Il Padre di Luigi, il mio bisnonno Livio, era un industriale nel settore della distillazione ed era stato sindaco di Siena dal 1916 al 18 portando in città il tranvai e la luce elettrica. Poco più tardi Livio acquistò la Fattoria del Colle a Trequanda che oggi io amministro.
Smart, con un design fresco e pronta per i nostri ospiti: ecco la Mappa Golosa, dove mangiare in terra di Siena
di Alice Bracciali, Fattoria del Colle
Dove mangiare in terra di Siena
Qualità gastronomica e Toscana vanno a braccetto come il pane col pomodoro, il cacio con le pere, il Vin Santo con i cantuccini. È proprio la qualità la carta vincente della Toscana che, con 26 prodotti certificati DOP e IGP, 465 prodotti alimentari tradizionali e 23 presidi Slow Food, richiama sempre più turisti stranieri e italiani nelle tavole imbandite dei ristoranti della regione. 2.875 gli esercizi di ristorazione premiati da Trip Advisor e la leadership nazionale con 533 esercizi premiati Hall of Fame (ovvero i 5 volte vincitori consecutivamente dei certificati di eccellenza). Insomma in fatto di ristorazione e gastronomia la Toscana è una vera fuoriclasse. Ma qual è il segreto di questo successo? Sicuramente la presenza sul territorio di aziende medio-piccole che curano con molta attenzione l’intera filiera e la possibilità per i ristoranti di poter accedere a cibi genuini e prodotti vicino al luogo di consumo, rendono l’offerta toscana quasi imbattibile. La ricchezza della produzione regionale è poi affiancata a location spettacolari, panorami mozzafiato e a quell’autenticità che hanno esportato il sogno-toscano in tutto il mondo.