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Wine Advocate e Wine Spectator con rating stellari

Donatella Cinelli Colombini festeggia i 7 vini oltre i 90 centesimi del Wine Advocate e il meraviglioso 97/100 del Brunello Riserva 2010 del Wine Spectator

Wine Spectator home page con il team delle cantine di Donatella Cinelli Colombini

Wine Spectator home page con il team delle cantine di Donatella Cinelli Colombini

Pioggia di premi sui vini di Donatella Cinelli Colombini. Il Brunello riserva 2010 apre la sezione Hot Wines del Wine Spectator con uno spettacoloso 97 centesimi. <<Ci sono una pienezza di note profonde aumentate da sentori di prugne, liquirizia, spezie e cioccolato, insieme a ciliegie e profumi floreali. La struttura è solida e preannuncia una lunga vita come la lunga persistenza fa sperare in futuri piaceri. Mostra un’eccellente equilibrio e un’armonia totale >>

WINE SPECTATOR WINE ADVOCATE

WINE SPECTATOR WINE ADVOCATE

ha scritto Bruce Sanderson, senior Editor del Wine Spectator. Nell’ambitissima sezione Insider, dove ci sono i vini che <<have excited our editors>> hanno entusiasmato gli assaggiatori della prestigiosa rivista statunitense, ci sono una decina di Brunello e fra loro un altro gioiellino di Donatella Cinelli Colombini, il Brunello 2011 Prime Donne con un giudizio di 93/100. Piccola chicca: nella home page del sito della prestigiosa rivista americana c’è anche una bella foto del team femminile della cantina di Donatella, la prima in italia interamente in rosa.

Vino Nobile la DOCG più femminile e giovane d’Italia

Oltre la metà delle cantine guidate da giovani sotto i quarant’anni e il 36% di aziende dirette da donne, il Vino Nobile di Montepulciano ci mostra il futuro del vino

Vino-Nobile-produttrici-anteprima-2016

Vino-Nobile-produttrici-anteprima-2016

Di Donatella Cinelli ColombiniBrunello, Casato Prime Donne

Montepulciano sta vivendo un periodo felice, quasi una rinascenza: i mercatini invernali, la qualità del vino che cresce in verticale e ora un censimento che mostra il Vino Nobile come il più moderno in Italia. Se infatti, nel vino di qualità italiano, sta emergendo, una nuova generazione di giovani e di donne alla guida delle cantine, a Montepulciano la tendenza è già una realtà consolidata: oltre il 50% delle aziende è guidata da under 40 mentre le donne dirigono 16 delle 75 aziende associate al Consorzio e in altre 11 sono cointestatarie.
<< Il Consorzio del Vino Nobile non ha avuto bisogno di una legge per incrementare il

Vino-Nobile-di-Montepulciano

Vino-Nobile-di-Montepulciano

peso delle donne nel proprio CdA>> ha detto Miriam Caporali,Donna del Vino e consigliera al secondo mandato << siamo attualmente in tre donne, ma il numero è sicuramente destinato a salire in maniera naturale vista la sempre maggiore presenza di imprese rosa nella nostra denominazione>>.

Legnano conquistata dal vino delle donne

A Legnano con Mariacristina Oddero e Isabella Pelizzatti Perego per parlare ai giovani industriali di family business e con Paola Longo nella sua enoteca

Legnano Franz Botré, Egidio Alagia, Donatella Cinelli Colombini, Isabella Pelizzatti Perego, Mariacristina Oddero

Legnano Franz Botré, Egidio Alagia, Donatella Cinelli Colombini, Isabella Pelizzatti Perego, Mariacristina Oddero

Di Donatella Cinelli Colombini, Casato Prime Donne

Legnano è la città della Lega Lombarda che nel 1176 sconfisse l’Imperatore Federico Barbarossa. Legnano è il simbolo della capacità di unirsi contro le minacce esterne ma anche dell’attuale partito fondato dal senatore Bossi. La Confindustria Alto Milanese ha un gruppo giovani numeroso e vivace, guidato da Egidio Alagia un imprenditore del nuovo green, quello del verde urbano e delle piante salutari.
L’incontro con 3 donne del vino: Isabella Pelizzatti Perego, Mariacristina Odero e me doveva servire a spiegare ai giovani imprenditori come sfondare sui mercati esteri partendo da piccole imprese familiari. Evidentemente i successi del vino sorprendono al punto da spingere gli industriali a cercarci modelli da condividere.

Legnano, Paola Russo Enoteca Russo

Legnano, Paola Longo Enoteca Longo

Rimango sorpresa dal numero dei presenti, quasi duecento, tutti giovani e attenti. Modera il talk show organizzato da Domino Comunication, Franz Botré editore di “Spirito di Vino”. Gli argomenti si sviluppano con calma finchè l’Assessore Gianni Fava non scalda gli animi con proposte forti <<basta con il regionalismo, nel vino bisogna puntare sul brand Italia>>. Ovviamente io e la Oddero siamo contrarie a una “nazionale del vino” che farebbe perdere di identità alle zone ad altissima vocazione come quelle del Barolo o del Brunello in cui sono le nostre cantine, ma per le denominazioni meno note una strategia che unisse le forze potrebbe funzionare. Legnano è proprio il posto giusto per sostenere il concetto “uniti si vince”.

Come fidelizzare il turista del vino

Gli strumenti per fidelizzare il turista del vino e trasformarlo il qualcuno che promuove, sceglie e compra le bottiglie della cantina che ha visitato

fidelizzare i turisti del vino durante la visita in cantina

fidelizzare-i-turisti-del-vino-durante-la-visita-in-cantina

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

Costa molto di più trovare un nuovo cliente che mantenere quelli vecchi, ma in ogni caso, bisogna impegnarsi nei rapporti con loro perché i concorrenti sono pronti a portarceli via.
I wine lovers che hanno visitato la cantina sono una clientela privata fidelizzata o fidelizzabile tra le migliori che un’azienda possa avere. E’ un target orientato sui vini in vendita e, attraverso la visita guidata, già molto informato. Infatti molti dei visitatori hanno scelto di andare in quella particolare cantina perché apprezzano i suoi vini o le sue decisioni produttive ma, anche nel caso siano arrivati per caso,

Markus-del-Monego-Donatella-Cinelli -Colombini

Markus-del-Monego-Donatella-Cinelli -Colombini

con il tour fra tini e botti hanno instaurano un legame emotivo con quel luogo e con le sue bottiglie. Un legame tanto più forte e duraturo quanto maggiore è il coinvolgimento emotivo, quello che Kevin Roberts mitico capo della Saatchi & Saatchi chiama Lovemark cioè il brand che si sceglie perché si ama indipendentemente da tutto il resto. Per suscitare questo sentimento bisogna toccare il cuore visitatori oltre che il cervello. Bisogna trasmettergli il calore della “passione vignaiola” quell’attaccamento alla terra, quella ricerca visionaria che fa nascere un vino diverso da tutti gli altri.

Brunello di Montalcino perché è unico

Cosa rende il Brunello di Montalcino così speciale e inimitabile? Perché quello di ogni cantina di Montalcino è diversa e cosa distingue il Casato Prime Donne

Brunello di Montalcino cantina Casato Prime Donne

Brunello-di-Montalcino-cantina-Casato-Prime-Donne

Montalcino è il luogo dove il vitigno Sangiovese arriva all’eccellenza; suoli geologicamente molto antichi, clima favorevole e soprattutto la passione dei vignaioli permettono di realizzare degli autentici capolavori con una sola uva: i Brunello di Montalcino. Pochissimi territori del mondo riescono a produrre vini meravigliosi con una sola uva, la Borgogna con il Pinot Noir, la valle del Rodano con il Syrah …  sono i luoghi dove la vocazione del terreno e l’amore dei vignaioli si sposano in un matrimonio perfetto. Questo avviene a Montalcino. Questo avviene al Casato Prime Donne una piccola collina esposta a mezzogiorno che ha in basso il torrente Suga.  Gli antenati dell’attuale proprietaria andavano al Casato a cavallo,  per cacciare negli immensi boschi che  arrivano

Montalcino Casato Prime Donne bottaia del Brunello

Montalcino-Casato-Prime-Donne-bottaia- del-Brunello

quasi al mare. Già nel 1592 pagavano le tasse, che a quell’epoca si chiamavano “decime”,  per i prodotti della loro terra.  Ma fu il nonno di Donatella Cinelli Colombini, l’Avvocato Giovanni Colombini, a valorizzare questa zona con vigneti di Sangiovese per produrre il Brunello. Negli ultimi anni, grazie al cambiamento climatico, la qualità dell’uva ha raggiunto livelli straordinari. Infatti il microclima fresco del Casato Prime Donne permette una maturazione lenta e graduale dell’uva e questo conferisce al vino un’eleganza, un’armonia e una complessità straordinarie.

Supermercato e vino: opportunità o minaccia per le cantine

Come scegliere il vino al supermercato? Quanto spazio hanno le piccole cantine? Infine il binomio supermercato e vino vale anche per le bottiglie di qualità?

Brunello-a-Firenze-supermercato-e-vino

Brunello-a-Firenze-supermercato-e-vino

Di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne

Un articolo di Wine Searcher di tempo fa ,riporta l’attenzione su supermercati e vino e mi spinge a una piccola ricognizione sul canale di vendita che, secondo Mediobanca distribuisce il 46% del vino in Italia. Faremo quindi una piccola analisi per poi porci la domanda: quali vini sono venduti in GDO e soprattutto come fare un buon shopping?
Con la crescita di importanza del vino in GDO sono più che raddoppiate le etichette, rispetto a 25 anni fa, toccando le 3.600 referenze. Un aumento che coincide con il contemporaneo calo del settore HORECA- alberghi, ristorazione e catering (15% del totale) ma soprattutto con la crisi delle enoteche-wine bar che scendono al livello più basso di sempre (7%). Va invece sottolineato un rinnovato interesse per gli acquisti in cantina che riguardano il 10% del vino venduto ma salgono al 15% considerando solo le bottiglie pregiate.

vendita-vino-in-cantina-Casato-Prime-Donne-Montalcino

vendita-vino-in-cantina-Casato-Prime-Donne-Montalcino

E’ proprio sui vini di qualità che vorrei soffermare la mia attenzione. Le bottiglie sopra i 25€ che nei supermercati sono più difficili da vendere (3%) vengono commercializzate soprattutto nei ristoranti (41%), in seconda battuta nelle enoteche ma in modo crescente nelle cantine stesse (17%).
Le denominazioni più vendute nei supermercati italiani sono Chianti, Lambrusco, Vermentino e Prosecco quest’ultimo con un deciso aumento che corrisponde al suo successo planetario.
Ed eccoci al secondo punto: quali vini arrivano sugli scaffali del supermercato? Liza B. Zimmerman ci racconta in WineSearcher, di essere cresciuta a New York dove è proibito vendere vini insieme ai prodotti alimentari e quando si è trasferita in California, dove invece i supermercati hanno anche il reparto vino, pensava che questa situazione fosse molto favorevole, invece … ha lavorato per un piccolo importatore accorgendosi che la grande distribuzione è un segmento adatto solo ai colossi.

Come cambia la qualità del vino

Dopo 25 anni dalla svolta verso la qualità del vino, arriva un nuovo cambiamento: territorialità,  naturalezza,  diversità e capacità di emozionare

qualità del vino, emozioni uniche Ornellaia

qualità del vino, emozioni uniche Ornellaia

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

Due contributi spiegano in modo diverso la rivoluzione in atto  nel concetto di qualità del vino; il primo è lindagine Censis commissionata da Ornellaia, la cantina di Bolgheri dei Marchesi dè Frescobaldi che ha sbancato le aste internazionali trascinando al successo i vini italiani (+47% ). L’analisi fotografa il concetto attuale del lusso come qualcosa che è sempre più legato a un’emozione straordinaria e meno al possesso di status symbol durevoli e esclusivi. Lusso è insomma soprattutto un’esperienza unica e capace di emozionare come guidare una macchina da gran premio sul circuito di Formula1 oppure, meno

qualità del vino Amarone Quintarelli 1985

qualità del vino Amarone Quintarelli 1985

avventurosamente, pranzare in un ristorante 3 stelle Michelin sorseggiando l’ultima bottiglia di Amarone 1985 di Bepi Quintarelli. E’ proprio a questo nuovo concetto di lusso, smaterializzato e esperienziale, che si riconduce l’aumento di alberghi 5 stelle (41%) e sempre più collegati a luoghi storici di cui viene gelosamente conservato lo charme.
Ma l’aspirazione al lusso riguarda anche le piccole cose e la gente comune, non solo i milionari. Ed ecco che mentre la crisi contraeva i consumi alimentari (-3% negli ultimi due anni) la vendita dei prodotti tipici cresceva del 2% e quella del bio addirittura del 10%. Stessa cosa è avvenuta con il vino che ha visto diminuire le quantità consumate dell’8% mentre saliva la spesa (+3,%).

Le vespe sono i custodi della tipicità dei vini

Fra gli elementi che determinano la specificità di un’area viticola entrano anche vespe sociali e calabroni nella cui pancia vivono e si accoppiano i lieviti

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

vespa sull'uva

vespa sull’uva

C’è una notizia buona e una cattiva.
La notizia buona è che un gruppo di studiosi dell’Università di Firenze e della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, coordinati da Duccio Cavalieri, ha scoperto come nascono i lieviti indigeni cioè quelli specifici di un determinato territorio, quella cattiva è che l’uso diffuso di lieviti industriali potrebbe inquinare l’ambiente determinando nuovi ibridi cioè metterebbe a rischio la tipicità dei vini. Infatti la biodiversità è qualcosa di vivo, i lieviti  sono un patrimonio microbiologico originario e assolutamente unico di ogni zona ma anche molto fragile perchè soggetto ai cambiamenti.

Casato Prime Donne Montalcino tinaia del vento

Casato Prime Donne Montalcino tinaia del vento

Per capire la dimensione del problema basta ricordare il crescente valore attribuito all’identità. Nella civiltà attuale parole come naturalezza, diversità e autenticità sono sempre più requisiti indispensabili per le produzioni di alto livello: vino, formaggi, ortaggi, pane …. Ma non basta; c’è poi il rischio della sparizione di alcuni caratteri dei vini di pregio, come la mineralità, che i recenti studi collegano direttamente al patrimonio biologico della vigna e della cantina ma soprattutto ai lieviti indigeni. Lieviti che vivono e si riproducono nella pancia di vespe sociali e calabroni e, in presenza di ceppi diversi, danno origine a nuovi ibridi.
Dobbiamo quindi allargare anche a loro il nuovo concetto di terroir comprendendo suolo, clima, vitigni, lavoro dell’uomo e patrimonio biologico vespe comprese. Non è uno scherzo, le amiche alate fanno qualcosa di più dell’impollinazione.

I bicchieri da vino sempre più grandi … forse troppo?

La gran confusione fra i bicchieri da vino sempre più grandi e i calici mignon usati come dose giornaliera nelle campagne governative

Le Vin. Je l’aime, je le respecte 2

Le Vin. Je l’aime, je le respecte 2

Di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne 

Ma il governo francese non lo sa che i bicchieri da vino sono sempre più grandi? E’ del dicembre scorso la campagna “Le Vin. Je l’aime, je le respecte” con vignette in cui due acini d’uva propagandano il giusto consumo 2-3-4-0 numero che significa: massimo 2 bicchieri al giorno per le donne, massimo 3 bicchieri al giorno per gli uomini, massimo 4 bicchieri bevuti tutti insieme, un giorno la settimana senza alcool. Facile, chiaro, memorizzabile …. Ma quanto sono grandi questi bicchieri? Si perché negli ultimi anni la dimensione dei bicchieri da vino è cresciuta fino a diventare maggiore dello stomaco di chi beve. Il bicchiere enorme e le

bicchieri da vino Riedel

bicchieri da vino Riedel

porzioni piccole sono diventate sinonimo di tavola raffinata e di apprezzamento per il vino, sono insomma uno status symbol sia nei ristoranti di lusso che nelle case leganti. Chi non rimane deluso se, dopo aver ordinato al ristorante, una bottiglia costosa, la vede servire negli stessi calici che sono sul tavolo? Ormai il bicchiere “supersize” è associato all’idea di apprezzamento per il nettare di bacco più buono.
Una contraddizione fra le dosi consigliate dalle autorità governative e le tendenze dell’arredo tavola che è stata sottolineata da Wine searcher con un delizioso articolo firmato da Wink Lorch. Una contraddizione che esiste ovunque e riguarda anche le vetrerie italiane compresa la RCR di Colle di Val d’Elsa che ha in catalogo quasi solo calici grani e grandissimi.

Il vino di David Bowie charity e genialità

David Dowie morto il 10 gennaio scorso lascia un’eredità creativa immensa nella musica, nel costume e persino nel vino con bottiglie trasgressive e divertenti

David Bowie Shiraz

David Bowie Shiraz

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Chi non vorrebbe un ricordo autentico di una star di fama mondiale come David Bowie? Soprattutto se costa solo 11 Dollari! E’ per questo che, dopo la sua morte, si è scatenata la corsa ad accaparrarsi le bottiglie di Shiraz prodotte dalla Bodegas Vicente Gandìa di Valencia in Spagna, con il packaging disegnato da Bowie e la dedica sulla speranza.
Il vino di Bowie fa parte di una serie di 5 etichette che hanno permesso di raccogliere 450.000€ con cui sono stati realizzati impianti di acqua potabile, inviati farmaci e costruite scuole in zone particolarmente povere dell’Africa. Un progetto di charity dunque che è stato battezzato “Whatever It Takes” e ha coinvolto grossi nomi dello star system. George

Whatever It Takes

Whatever It Takes

Clooney ha disegnato sul Cabernet Sauvignon un profilo maschile così strano che sembra un cono gelato. Pierce Brosnan ha creato il packaging del Tempranillo usando una mano coperta di tatuaggi mentre l’etichetta dei Coldplay è per il rosato – una miscela di Bobal e Shiraz- mostra una croce e la parola “positive” . L’etichetta del vino bianco (Verdejo e Sauvignon Blanc) è di Penelope Cruz e Charlize Theron; con i suoi piccoli cuori è forse la più convenzionale. Ogni bottiglia è rivestita di una guaina colorata lucida, quella di David Bowie per lo Shiraz, è di colore verde marcio. Davanti c’è il disegno di una maglia azzurra con un segno rosso al centro tipo spider man.

I depliant per i turisti delle cantine

Depliant piccoli, con molte immagini e poco testo, capaci di raccontare ai turisti del vino ciò che distingue una cantina da tutte le altre dando emozioni 

depliant in cinese della cantine con Violante

depliant in cinese della cantine con Violante

Di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne
Comincio con l’ammettere un difetto: siccome sono toscana fino al midollo, sono sobria. All’ apparenza preferisco sempre la sostanza e mi infastidiscono quelle manifestazioni di lusso che confondono la percezione vera della realtà aziendale, insomma i castelli vanno lasciati a chi ce l’ha davvero mentre chi è un vignaiolo appassionato con dei vini meravigliosi non si esponga al ridicolo presentandosi come un marchese o un miliardario. Non ne ha bisogno, basta quello che è e quello che fa per affascinare i turisti delle cantine.
Prima regola quindi: niente bugie perché, come tutti sanno, hanno le gambe corte e producono più danni che benefici.

ingresso della cantina Casato Prime Donne, Montalcino

ingresso della cantina Casato Prime Donne, Montalcino

I depliant turistici delle cantine sono di due tipi: quelli da lasciare negli uffici turistici, negli alberghi, nei ristoranti … della zona e quelli da distribuire in azienda. Soprattutto i primi devono essere piccoli al punto da non ingombrare, altrimenti difficilmente verranno esposti. Conterranno una brevissima spiegazione delle particolarità dell’azienda, l’orario di apertura della cantina, il pagamento, il calendario degli eventi, i vini principali, wine tour e le degustazioni a pagamento e gli altri servizi offerti, il percorso stradale per raggiungere la cantina e le coordinate GPS. Poche notizie e molte foto. I flyers distribuiti in azienda servono invece per dare ai turisti del vino una panoramica dell’offerta: ristorante, scuola di cucina, soggiorni …. corsi di avvicinamento al vino, mountain bike, animali, orto didattico ….. in altre parole devono far venire voglia di rimanere e soprattutto consumare di più. In tutti i tipi di flyers  è importante indicare telefoni, e-mail, sito e social. 

Tendenze del vino nel 2016

Una nuova generazione diventa protagonista dei consumi: i millennials e le tendenze del vino 2016 rispecchiano il suo carattere multietnico e ambientalista

tendenze vino 2016 e i millennials wine lovers

tendenze vino 2016 e i millennials wine lovers

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Secondo il report di Wine intelligence le parole chiave 2016 sono: fidelizzazione, fiducia, piccolo, adesso, trasparenza, fusion, interazione, personalizzazione, benessere.
MILLENNIALS Determinanti nelle tendenza del vino 2016. Le loro preferenze vanno ai vini che raccontano una storia vera (e si accorgono subito di quelle false) e rispettano l’ambiente. Piace l’autenticità e la manualità. Ma anche il vino come scoperta e come esperienza di luoghi e civiltà diverse, quindi meno attaccamento alla marca e più esplorazione. I giovani vogliono interagire, capire, condividere.

Sempre più su vigneti castello lebenberg

Sempre più su vigneti castello lebenberg

SEMPRE PIU’SU Vigneti ad alta quota per combattere il caldo. C’è chi ha piantato viti oltre i mille metri in Argentina e a 2.000 metri in Cile
PROSECCO La bolla si sta sgonfiando. In Gran Bretagna il 36% dei bevitori abituali consuma Prosecco. La domanda ha superato l’offerta ma c’è una nuova richiesta di qualità e la ricerca di alternative … specialmente nel cava spagnolo.

Le 10 parole del vino inglese escluso

Il vino stesso è un messaggio universale, ma il racconto del vino è pieno di termini  di tutto il mondo e queste sono le 10 parole del vino più usate

Julien Miquel spiega le 10 parole del vino più usate

Julien Miquel spiega le 10 parole del vino più usate

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne, Toscana 

Leggo da Julien Miquel  un enologo francese che vive in Nuova Zelanda ed è un autentico genio del vino  social. Quest’anno il suo Social Vignerons ha vinto il Wine Blog Award fra le novità . Vi suggerisco di seguirlo in Facebook, Twitter oppure nel suo blog o in Vivino perché vi aprirà la mente.  Qui riprendo un suo pezzo sulle 10 parole del vino più diffuse e vi faccio scoprire curiosità che solo un super esperto conosce.

Il vino per Julien è come un attore che non ha bisogno di interpreti per farsi capire

riserva fra le 10 parole del vino più diffuse

riserva fra le 10 parole del vino più diffuse

ma  << But there are a few wine terms that keep popping up on wine labels all the time. So you are simply better off understanding their meaning if you want to know what you’re buying>> ci sono alcuni termini che spuntano continuamente sulle etichette. Per capire cosa state comprando è meglio sapere cosa significano.

Ecco dunque il vocabolario “Bignami” del vino di Julien Miquel con le 10 parole del vino non inglesi più diffuse nelle retro etichette, perché come tutti sanno il fronte è quasi sempre un’opera di grafica mentre le notizie obbligatorie per legge e le spiegazioni sono quasi sempre dietro.

L’ingresso delle cantine turistiche

Sembra incredibile ma per vendere il vino bisogna offrire l’acqua. Ecco come organizzare l’ingresso turistico della cantina dove partono le visite guidate

Turisti del vino in cantina

Turisti del vino in cantina

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne 
Qui demolirò molti luoghi comuni: l’importanza dell’acqua in cantina, il ruolo dei bagni, l’apriporta elettrico, l’attesa come problema, la distribuzione dei depliant delle cantine concorrenti …..
Comincio dalla porta di ingresso, a mio avviso, va aperta dall’addetto all’accoglienza e non mediante un sistema automatico. E’ più scomodo, è più costoso ma cambia completamente il rapporto fra la cantina e il turista del vino. Andare alla porta è un modo di dare il benvenuto, magari sorridendo. Invece aprire la porta restano dietro il bancone trasforma questo momento in qualcosa meccanico

Accoglienza in cantina Casato Prime Donne Montalcino

Accoglienza in cantina Casato Prime Donne Montalcino

e di freddo. Sembra la stessa cosa ma la differenza è forte fra chi è accolto e chi entra senza essere degnato di uno sguardo.
Solo nelle grandi aziende, con molte migliaia di visitatori, la zona di accoglienza è esclusivamente dedicato alla sosta dei turisti, nelle normali cantine è invece un ambiente “promiscuo” in cui avvengono varie attività: l’attesa delle visite guidate, l’assaggio e le vendite. Insomma, in moltissime aziende i tour partono e finiscono nello stesso punto per cui l’ingresso ha un carattere polifunzionale.
Questo e un problema e insieme un’opportunità.
Esaminiamo per primi gli aspetti pratici. Appena arrivati i turisti hanno bisogno di bere acqua, di andare al bagno e di sedere al fresco, d’estate, oppure al caldo d’inverno.

Uffizi virtual experience e Donne del vino

Milano, Fabbrica del vapore, improvvisamente i capolavori del rinascimento fiorentino appaiono sui muri e cominciano a muoversi. E’ Uffizi virtual

Donne-del-vino-Lombardia-con-Cristina-Acidini-e-Donatella-Cinelli-Colombini

Donne-del-vino-Lombardia-con-Cristina-Acidini-e-Donatella-Cinelli-Colombini

Di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne

Andateci e vi troverete dentro le opere d’arte. Uffizi virtual experience, fino al 13 marzo dalle 10 alle 20 oltre alle performance virtuali ci sono conferenze, balletti, laboratori teatrali e, alla sera, la degustazione dei vini delle Donne del Vino.
E’ proprio per questo assaggio che Giovanna Prandini, delegata delle Donne del Vino della Lombardia, mi porta alla Fabbrica del vapore dove un tempo venivano costruite le locomotive e oggi sono allestiti eventi culturali. I grandi capannoni in mattoni sono vuoti, non ci sono sedie ma solo qualche

Uffizi-Virtual-Experience-Milano-Fabbrica-del-Vapore-Simone-Martini-Anninciazione

Uffizi-Virtual-Experience-Milano-Fabbrica-del-Vapore-Simone-Martini-Anninciazione

sgabello imbottito qua e la e qualche trapunta per stendersi in terra. Le pareti e i pilastri sono coperti di schermi bianchi. Chiedo a Marco Cappellini CEO di Centrica– Virtuitaly, che ha creato Uffizi Virtual Experience << dove mi metto per vedere la performance?>> e lui << si muova, si lasci trascinare>>. Non capisco ma aspetto e improvvisamente vengo circondata dal colore e dalle figure dipinte da Giotto, Paolo Uccello, Raffaello … le immagini cominciano a muoversi intorno a me, si scompongono, diventano immense, poi si moltiplicano e mi trovo dentro la battaglia di San Romano e poi nel corteggio dei Re Magi …. Che emozione enorme!
La digital exibition immersiva dura venti minuti e viene poi replicata con l’arricchimento di un balletto aereo, anch’esso molto bello.