A chi è già oppure sta venendo nel nostro territorio suggerisco due luoghi speciali dove vivere lo spirito del Natale: i Presepi di Bettolle e quello di Monte Oliveto Maggiore.
A Bettolle, vicinissimo dall’uscita Valdichiana dell’Autosole, le cinque contrade del paese realizzano ogni Natale, da 21 anni, delle piccole performance che, a volte sono dei piccoli capolavori. Pochi passi nel centro storico ed è facile individuare gli ingressi di ogni presepe. Quest’anno due mi hanno colpito
Bettolle Presepe
particolarmente: quello dedicata alla frase di Papa Giovanni Paolo II <<non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte a Cristo >>. L’altra fa sentire i visitatori come in una nave nel mare in tempesta, è una metafora della vita che richiama il Vangelo di Marco <<Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?>
5 milioni di visitatori per un totale di circa 10 milioni di ingressi nelle cantine italiane (Wine Monitor 2014). E’ uno dei flussi che cresce di più e soprattutto spende di più. L’indagine 2015 di GFK su commissione della Fondazione Italia patria della bellezza, ha esaminato un campione di 5.000 turisti esteri in Italia scoprendo che il 60% di loro ha comprato del vino (56% degli europei 64% dei non EU). I russi hanno dimostrato il maggior apprezzamento per le nostre bottiglie seguiti da cinesi, statunitensi e tedeschi ( rispettivamente 75%, 67%, 64%, 62%). Dalla stessa indagine emergono anche le parole chiave che gli stranieri collegano al nostro agroalimentare, sono in ordine decrescente: qualità, genuinità e notorietà.
turismo nei vigneti
L’indagine riconferma il primato dell’agroalimentare fra i motivi di soddisfazione dei turisti esteri di ritorno dal nostro paese. Infatti se il turismo è secondo all’arte, come calamita dei turisti esteri, è invece saldamente in testa fra le cose più apprezzate del Bel Paese.
Un successo in crescita confermato dai 7 itinerari italiani fra i 52 scelti in tutto il mondo, dalla potentissima guida Lonely Planet 2015 “Wine trails”. Ci sono Toscana (concentrata sul Chianti Classico), Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte, Friuli e Puglia per un’edizione di oltre cento milioni di guide. L’Italia è dunque, a buon diritto, fra le maggiori wine destination del mondo e in questa veste si mostra al pubblico internazionale. Un pubblico composto da turisti e non solo da turisti del vino.
E’ il miglior Brunello mai prodotto da Donatella. 600 bottiglie con una veste che racconta la sua storia: da esperta di oreficeria medioevale a vignaiola
Questo Brunello è la realizzazione del sogno di Donatella Cinelli Colombini, il sogno di una cantina tutta al femminile, il Casato Prime Donne di Montalcino, la prima in Italia, nata come un atto di coraggio è poi divenuta una bandiera dell’enologia in rosa. Ogni anno organizza un premio dedicato al territorio e alle donne che tracciano nuove strade verso il futuro.
Ma anche il sogno di produrre grandi vini in una zona fresca di Montalcino, a cui il global warming ha regalato un nuovo, grande potenziale qualitativo. Oggi, le
IOsonoDONATELLA Brunello
vigne piantate da Donatella, le sperimentazioni sui lieviti autoctoni selezionati e le prove sui legni e sulle dimensioni delle botticelle per la maturazione, danno frutti eccellenti. Grandi e alcuni grandissimi vini, contraddistinti da eleganza e armonia.. Sono esportati in 34 Paesi esteri e destinati a una clientela esigente e selezionata.
Il Brunello IOsonoDONATELLA è la conclusione di 18 anni di lavoro paziente, da quando, nel 1998, Donatella prese due proprietà dei genitori: il Casato Prime Donne a Montalcino e Fattoria del Colle a Trequanda a sud del Chianti. Pian piano le ha trasformate in due eccellenze del vino e del turismo. Luoghi dove l’autenticità diventa racconto, alta qualità e emozione.
Premio Minerva 2015 on Donatella Cinelli Colombini
Si tratta del primo riconoscimento italiano dedicato alle donne, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica.
Il premio è giunto quest’anno alla XXVI edizione e fu creato da Anna Maria Mammoliti fondatrice del Mensile Minerva e Club delle Donneun’associazione che mira alla valorizzazione della qualità del lavoro femminile in tutti i campi del sapere. Il Premio Minerva ha per simbolo una spilla in oro e pietre preziose appositamente disegnata dal maestro Renato Guttuso e viene attribuito ogni anno, dal 1983, a donne che si siano distinte nei vari campi del sapere e che, simbolicamente, rappresentano esemplari modelli femminili per le loro capacità professionali e per i valori positivi di cui sono portatrici.
La lista delle vincitrici delle passate edizioni è di altissimo profilo: Simone Veil, Camilla
Premio Minerva 2015 Donatella Cinelli Colombini risponde alle domande di Daniela Viglione
Cederna, Elda Pucci, Diane Fainstein (Sindaco di San Francisco), Nilde Iotti, Olga Villa, Margherita Hack, la pittrice Paola Levi Montalcini, Vasso Papandreu, Wanda Rutkiewic prima donna a scalare l’Everest, Elena Bonner Sacharova, Helen Hancock presidente CPD dell’IBM, Kazimira Pruskiene ex primo ministro lituano, Emma Bonino, Barbara Spinelli, Susanna Agnelli, Tullia Zevi, Lubna Al-Qasimi (Ministro del Bilancio e della Pianificazione degli Emirati Arabi Uniti).
Premio Minerva 2015 Donatella Cinelli Colombini
Per Donatella, vignaiola di Montalcino il Premio Minerva è arrivato inaspettato e graditissimo. Inaspettato perché raramente una vignaiola accede a riconoscimenti di questa importanza, più spesso destinati a personalità della cultura e della politica. Forse per questo Donatella ha salito le scale del Campidoglio con l’emozione e l’orgoglio di portare con se il lavoro e l’impegno di tante donne che, come lei, hanno aperto un ambito quasi esclusivamente maschile, al protagonismo femminile. Le cantine di Donatella Cinelli Colombini – Casato Prime Donne nel territorio del Brunello e la Fattoria del Colle a Trequanda – sono le prime in Italia con un organico interamente rosa, quasi una bandiera per le pari opportunità nel vino.
Viene il dubbio che leguide dei vini siano troppe e creino qualche confusione fra i consumatori.Tuttavia nell’insieme accrescono la cultura del buon bere
Qui ve le presento partendo dal censimento effettuato da Intravino.
Non sapendo come elencare le guide, per non fare torto a nessuno, ho scelto l’ordine alfabetico tipo appello scolastico. Premetto una riflessione: le guide italiane sui vini escono tutte negli ultimi mesi dell’anno quando gran parte dei vini, soprattutto bianchi, sono esauriti. Non sarebbe una buona idea anticiparle, anche via internet, via via che le nuove annate escono sul mercato, riservando alla fine dell’anno solo l’elenco dei vini premiati con un sistema simile a quello del Wine Spectator?
• Annuario dei migliori vini italiani di Luca Maronipunta su un vino per poi allargare lo sguardo sul resto della produzione aziendale.
Guida-dei-Vini-Espresso-2016
• Bibenda della Fondazione Italiana Sommelier è la più glamour con l’elegante presentazione all’Hilton di Roma e anche la più innovativa infatti esce solo in edizione internet scaricabile a 19€
• Cantine d’Italia– Guida per il turista del vino di GoWine un’organizzazione che propone spesso eventi in Italia e persino a Malta
• Guida al vino critico di Officina enoica che privilegia i vignaioli biologici e artigianali
• Guida essenziale ai vini d’Italiadi Daniele Cernilli pubblicata da Mondadori ha un carattere più esclusivo e ammette, nell’edizione 2016, solo 876 cantine.
Negli ultimi 10 anni la produzione del Novello è scesa da 18 milioni di bottiglie a 2-4, ma perché, contemporaneamente, il Beaujolais tiene anzi esporta?
A voi piace? Io non l’ho mai amato anche se quella sua fragranza di mosto è intrigante, allegra e mette voglia di accendere il camino e mangiare caldarroste. La cosa più sorprendente è la tenuta del Beaujolais noveau con i suoi 27,9 milioni di bottiglie. Il vino francese esce il 19 novembre mentre in nostro alla fine di ottobre, circostanza questa che sembrerebbe sfavorire il Beaujolais visto che a marzo comincia la commercializzazione dei vini fermi 2015. Invece le bottiglie d’oltralpe si vendono e le nostre no.
Beaujolais_Nouveau_
E allora? Forse è l’odore marcato e diverso del Beaujolais che lo caratterizza nettamente e gli conferisce un’identità forte e distintiva che il nostro Novello non ha. Il francese è fatto esclusivamente con uve Gamay sottoposte a macerazione carbonica mentre quello italiano contiene solo il 40% di uve macerate. Un carattere che a me è sempre piaciuto perché più da “vino nuovo” mentre trovo sgradevole quel sentore quasi da medicinale del Beaujolais. Invece, evidentemente, è proprio il carattere diverso che vince.
Ho scoperto il blog di Marco Belzani per caso ma la prima frase mi ha talmente incuriosito che ho continuato a leggere e alla fine i suoi consigli mi sono sembrati così utili che ho deciso di condividerli con voi.
In pratica se dire male dei concorrenti è dannoso, perché crea sfiducia nel cliente, parlare solo di sé è altrettanto negativo. Il segreto del successo è capire cosa ci distingue, soprattutto in cosa siamo migliori dei nostri colleghi e spiegarlo al nostro possibile buyer. Quindi non diffamare i colleghi, anzi dire che sono bravissimi in modo da
B2B vino
guadagnare credibilità, ma poi dimostrare che li superiamo …. almeno su alcuni aspetti.
C’è sempre qualcosa in cui eccelliamo, l’elemento che ci rende unici, quello che facciamo meglio degli altri e non bisogna vergognarsi a dirlo. Per la verità Belzani va ancora più pesante, ecco la sua tattica: prima di incontrare il possibile compratore << scrivo su un foglio il bisogno che intendo soddisfare al cliente e i modi con cui lui lo sta già soddisfacendo. Poi metto a confronto i due chiedendomi in cosa il mio è migliore>>. In pratica il suo consiglio è proprio quello di rubare il buyer a un’altra cantina facendo vedere i pregi della nostra. Mettiamo il piede in un campo minato dove molti usano già questa tattica.
Champagne, Chardonnay, Pinot Noir con patatine fritte, popcorn, chips … è cool. Marie Claire ci propone di accompagnare queste sfiziosità a ottime bottiglie
L’articolo è di Samantha Lealla Senior web editor di Marie Claire, una giovane di New York costantemente a caccia di cose di tendenza. Insomma se lo scrive lei l’argomento è cool e infatti è intrigane e nuovo. Samantha ha preso la cosa molto sul serio coinvolgendo nelle scelte due ottimi esperti: Susan Lueker enologo di SIMI e Alexander LaPratt, titolare di The Atriuma Brooklyn oltre che espertissimo sommelier. Ed ecco gli abbinamenti più pazzi dell’anno fra i buoni vini e i cibi spazzatura, quelle leccorniette da cui nessuno riesce a staccarsi.
Berreste uno Champagne con le frech fries- patatine fritte? Dissacrante vero, ma se provate vi accorgerete che non è male. Non ci crederete ma i nostri autori azzardano anche un nome. Veuve Clicquot Brut. Per le patatine basta un Dollaro ma per la bottiglia ce ne vogliono 41.
French fries
Popcorn e Chardonnay anzi secondo Alexander LaPratt, l’abbinamento perfetto è con un Borgogna bianco a base di solo Chardonnay.
Con le patatine delle buste quelle che chiamano BB chips, e sono il peggio del peggio per il colesterolo, arriva il Pinot Noir ma non uno qualsiasi bensì proprio quello di Susan Lueker della celebre cantina SIMI di Sonoma (26$). Devo dire che ammiro il coraggio di questa donna, un produttore italiano si sarebbe fatto tagliare la lingua prima di proporre l’abbinamento del suo vino con le patatine. E invece lei, sfidando il licenziamento, ne piazza addirittura due, indicando lo Chardonnay SIMI da 18 Dollari con un altro tipo di patatine in busta.
Il video inizia a passo di corsa con sequenze brevissime in luoghi diversi, botti, vigne, sale … Violante cammina sorride, fa l’occhiolino … dialoga con chi la guarda, ammicca anche
Violante e moda
con qualche smorfietta. Vi fa scoprire il Casato Prime Donne di Montalcino e la Fattoria del Colle nel sud della Toscana. Trasmette vitalità e entusiasmo, sa ridere e far ridere compreso il finale a sorpresa, sorpresa specialmente per lei.
Un condensato dove c’è proprio tutto: le due cantine, le vigne di Brunello e di Orcia, gli appartamenti per agriturismo e la camera del Granduca di Toscana, ci sono piscine, centro benessere, ristorante, parchi, sale storiche, il cane Felix … Tutto vero, così com’è nella realtà, ma con un tocco di giovinezza che rende trendy una campagna centenaria.
E’ possibile valutare l’importanza dei wine blogin base a parametri interni al web invece che dal numero dei lettori o dalla capacità di orientare il mercato
Si tratta di giudizi basati sulla capacità di coinvolgimento delle community del vino. Vengono contate le interazioni che rendono virali i messaggi e creano ingaggi attraverso Facebook, Twitter, Istagram … con condivisioni e commenti.
Si tratta di sofisticate tecniche di comunicazione che vengono sviluppate dai blogger più “tecnici” e più capaci di taggare e mettere hashtag in modo efficace. Questo significa che i contenuti non sono l’unica cosa che
MarilenaBarbera
conta in internet, è molto importante, anzi determinate l’uso di una tecnica corretta.
‘Klout Score‘ misura appunto più di 400 segnali provenienti da 8 differenti social network e la sua classifica dei maggior wine blogger ribalta quella del Wine Web Power Index. Primo posto per Jancis Robinsonsegue Tim Atkin, la prima degli italiani è Marilena Barbera.
Il criterio di valutazione di The Wine Hub autore di Klout Score si basa sull’utilità dei contenuti, il numero di condivisioni e interazioni che ha suscitato nella comunità del vino. Il numero dei follower viene tenuto in minore considerazione.
Quelle piccole e famigliari sono le cantine turistiche più numerose e proprio per questo dovrebbero cercare di distinguersi, invece sembrano tutte uguali
Montalcino Casato Prime Donne Donatella e Violante
In Italia ci sono 283.000 viticoltori e 66.500 cantine, di cui 61.500 piccole o molto piccole, per cui sommando la loro produzione si arriva solo a 2 milioni e mezzo di ettolitri. Le cantine familiari interessate al turismo sono fra le 13.500 che imbottigliano, arrivano al consumatore con il proprio marchio, e cercano di caratterizzarsi con elementi distintivi. Si tratta di vignaioli che risiedono in azienda, spesso sono personalmente protagonisti della produzione, dalla potatura delle vigne fino alla vendita del vino ai turisti. Questa tipologia di cantine comprende moltissime aziende di new entry, specialmente nelle zone più reputate e paesaggisticamente più belle. Si tratta di businessmen ricchi, attivi in altri comparti economici –
banchieri, industriali, attori, avvocati …- desiderosi di invecchiare in luoghi salubri, diversificare il portafoglio e possibilmente mettere il loro nome su bottiglie da sogno.
Bill Thompson, responsabile del colosso real estate Knight Frankcon 335 uffici nel mondo, a Verona nel Convegno delle Donne del vino di dicembre 2014 ci ha detto <<i compratori esteri si stanno orientando sulle zone vitate più importanti>> e cercano soprattutto le lifestyle vineyard, quelle che lui chiama “cantine boutique” cioè immobili storici in denominazioni forti dove realizzare anche una residenza di lusso. Il Global vineyard index, pubblicato ogni anno da Knight Frank, ha evidenziato la Toscana e specialmente Montalcino e il Chianti Classico come i luoghi più desiderati da questi investitori.
Inizio oggi e continuerò fra due giorni con un secondo post.
Quali sono i wine blog da seguire, quelli che veramente fanno tendenza nel vino a livello planetario? Ci sono moltissime classifiche e non tutte basate su criteri oggettivi ma una cosa è certa: Wine Spectator è fortissimo. In Usa e nel continente australe, dove vengono redatte queste graduatorie la conoscenza dei blogger italiani è ridotta per cui compaiono pochi nomi nostrani e i più presenti sono due: Marilena Barbera della cantina siciliana Barbera e il mitico sommelier fiorentino, amico mio, Andrea Gori.
Wine-Spectator
Il punto di partenza della mia ricerca è su Google scrivendo “Wine blog most influencers”. Sono uscite un bel numero di classifiche, molte aggiornate al 2015. Va detto che i criteri di valutazione sono molto diversi ma sostanzialmente si rifanno a due punti di vista opposti: il peso sul mercato e il peso interno al web. In altre parole, secondo alcuni conta la capacità di un blog nel far vendere le bottiglie, per altri invece è meglio valutare le interazioni cioè le condivisioni e i commenti che un blog suscita.
Dopo aver riempito il mercato di Pétrus e Romanée Conti falsi, ha provato a mettere nel sacco anche la giustizia americana che lo aveva messo in prigione
Ruby Kurniawan era diventato miliardario vendendo bottiglie costosissime in parte forse autentiche, ma in parte sicuramente false. Era nato a Jakarta, in Indonesia, nel 1976 e nel 1998 era arrivato in USA con un visto per studenti. Nel 2000 già iniziava a commerciare vini rari fingendosi un ricco e raffinato esperto. E’ arrivato a comprare bottiglie per 10 milioni di Dollari in una sola asta e a vendere lotti con prezzi da capogiro come le 6 bottiglie di Bonnes Domaine Georges Roumier del 1923 per 95.000$.
rudy-kurniawan-davanti alla corte federale
Peccato però che questo vino sia stato messo in bottiglia per la prima volta 1924!
Per Ruby i guai cominciarono nel 2007 quando mise all’asta alcune magnum di Château Le Pin 1982. Sfogliando il catalogo della vendita Cristie’s, i titolari della cantina si accorsero della truffa e avvertirono la casa d’aste <<queste bottiglie sono false>>. Cristie’s ritirò il lotto dalla vendita e cominciò a indagare. Anche Soteby’s altra casa d’aste di fama mondiale, iniziò le indagini e venne fuori un’altra truffa di Ruby sulle magnum di Château Lafleur 1947. Nel marzo 2012 gli agenti dell’FBI perquisirono la sua villa in California trovando tutto l’occorrente per falsificare etichette, capsule, tappi, bottiglie, cartoni ….
Le neuroscienze applicate al vino. Gli esperimenti di Neurexplore sul riscaldamento degli ambienti di vendita e i racconti diventano indicazioni utilissime
calore vino e amicizia
Di Donatella Cinelli ColombiniBrunelloCasato Prime Donne
La temperatura calda aumenta la socialità e la valutazione degli individui sui prodotti. Non è un’opinione ma un dato scientifico che arriva da Neurexplore un centro di analisi e supporto al marketing di Trento specializzato in neuroscienze applicate alle decisioni di acquisto.
raccontare
Il calore fisico attiva il calore emotivo che viene trasferito sui prodotti e sulle persone suscitando valutazioni migliori, in altre parole le cose sembrano più belle e più buone, ma non solo, anche le persone appaiono più affidabili e dunque cresce la propensione a seguire i consigli di altri o adeguarsi all’opinione collettiva … persino nelle scommesse. Si tratta di un “effetto spillover” per cui una condizione favorevole di temperatura ne genera un’altra di crescita della socialità e degli acquisti. Ovviamente questo effetto non è illimitato e non aumenta fino a temperature da deserto africano.
IL VINO ITALIANO IN GIAPPONE E LE DIFFICOLTA’ PRATICHE
Tokyo Donatella e Violante con Mitsuyuki Umevawa
Il Giappone è il 6° Paese importatore di vino italiano, ci sono 10.000 ristoranti italiani ma, a differenza di molte nazioni estere, hanno solo personale giapponese e non italiano, sono proprio i cuochi e i sommelier locali che vengono da noi per imparare e poi tornano nella loro terra natale per lavorare. C’è anche una giovane maitre-sommelier che ha lavorato all’Enoteca Pinchiorri e parla perfettamente la nostra lingua.
Io e Violante Gardini siamo in Giappone, per la seconda volta in due anni, perché questo Paese ci piace e vogliamo che diventi uno dei nostri mercati esteri più forti.
cucina giapponese
Ma l’avventura giapponese inizia maluccio. Arrivati in treno a Tokyo dall’aeroporto, scopriamo che ci sono 8 Hotel Principe e noi siamo in quello nella zona della movida e delle luci rosse, mamma mia! Ha camere piccolissime e senza armadio per cui dobbiamo tenere tutti vestiti nelle valige chiuse altrimenti non riusciamo ad entrare in bagno. C’è da chiedersi come fanno i giapponesi ad aprire i loro enormi bagagli. L’unica cosa davvero apprezzabile sono i wc con sedile riscaldato e ogni sorta di accessori, compreso la profumazione a spruzzo. Tuttavia l’agenzia che ha organizzato il viaggio riceve tutti i nostri peggiori pensieri.
Con qualche telefonata in Italia, anche il nostro amico importatore Mitsuyuki Umevawa riesce a trovarci, meno male, ma la cena prenotata va in fumo e quindi mangiamo il sushi in un posto nei dintorni.
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