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Donatella Cinelli Colombini Brunello Prime Donne 2011

Il Brunello Prime Donne è nato come una sfida quando le guide dei vini avevano solo assaggiatori maschi ed è stato il primo rosso dedicato alle donne

Brunello di Montalcino Prime Donne 2011

Brunello di Montalcino Prime Donne 2011

Nel 1998 e Donatella Cinelli Colombini aveva appena ricevuto dai genitori il Casato Prime Donne a Montalcino e la Fattoria del Colle, a sud del Chianti. Due proprietà da ristrutturare per creare una nuova azienda. C’erano tantissimi investimenti da fare ma anche un piccolo importantissimo aiuto per iniziare: delle piccole quantità di vino destinato a diventare Brunello delle annate 1993-1997. La ricerca del cantiniere per curare questo vino portò alla scelta di una “cantiniera”, alla decisione di creare una cantina con uno staff totalmente femminile e alla nascita del primo vino rosso a lungo invecchiamento dedicato alle consumatrici donne, il Brunello Prime Donne. Quasi una provocazione.

Prime Donne - Degustazione del Brunello

Prime Donne – Degustazione del Brunello

Negli anni il Brunello “Prime Donne” ha ottenuto un crescente apprezzamento da parte della stampa specializzata internazionale e dei clienti (soprattutto maschi). Finché, lo scorso anno, è stato sommerso dai premi.
Il Brunello “Prime Donne” è una selezione cioè viene scelto fra tutto il vino prodotto. Il pannel che decide quale vino diventerà Prime Donne e le botti in cui conservarlo, è composto da 4 espertissime assaggiatrici che si riuniscono una o due volte l’anno. Sono la Pr italo americana Marina Thompson, l’enotecaria tedesca Astrid Schwarz e una delle migliori sommelier italiane Daniela Scrobogna a cui si è aggiunta, nel 2015, la Master of Wine Rosemary George in sostituzione di Maureen Ashley.

L’amaro del vino che viene dal rovere nuovo

Chi pensa che il rovere nuovo dia sempre un gusto morbido deve ricredersi potrebbe succedere il contrario con il lioniresinolo che dal legno rende amaro il vino

Blandine Cretin

Blandine Cretin fra gli autori della ricerca dell’amaro nel vino derivante dal rovere

 

Di Donatella Cinelli ColombiniCasato Prime Donne

Pensando al collegamento fra il gusto amaro nel vino e il legno la prima cosa che viene in mente è il castagno. E’ vero infatti che le botti di un tempo, artigianalmente fatte con legname di castagno, davano uno sgradevole sapore amaro. Altro possibile collegamento fra legno e gusto amaro riguarda le botti vecchie.
Ma non è di queste cose che voglio parlare bensì del rovere nuovo e del lioniresinolo che verrebbe rilasciato nel vino nel corso della maturazione.
Si tratta di una molecola per ora poco conosciuta che invece ha attratto l’attenzione di un gruppo di studiosi e del Professor Denis Dubbordieu dell’Università di Bordeaux. Gli esiti

Produzione delle barriques

Produzione delle barriques

delle ricerche sono stati presentati da Blandine Cretin durante il convegno IVAS 2015. Ebbene il lioniresinolo sarebbe il più abbondante dei “lignami” cioè dei 9 composti ceduti dalla botte di rovere al vino. Spesso la quantità di lioniresinolo supera la soglia di percezione ed è stabile nel tempo. Il problema è che questo composto si presenta in due forme e quella (+)-lioniresinolo ha un gusto maro mentre il (-)-lioniresinolo non avrebbe nessun sapore.

Cult wine fatto in casa

Nell’East Village di NY in un appartamento di 50 m2 è nata la prima cantina domestica cioè creata nell’alloggio di un giovane ingegnere di origine italiana

Willage winery club

Willage winery club

Di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne

La notizia mi arriva dal “Gambero rosso” e riguarda un ingegnere di origine siciliana che vive nell’East Village di New York e si chiama Matthew Baldassano. A prima vista sembrerebbe una urban winery come altre a Londra e in Canada ma in questo caso si tratta di un appartamento dove il novello winemaker vive normalmente inoltre la produzione mira molto in alto cioè a un “cult wine” termine originariamente utilizzato per indicare vini ad alto prezzo e alta immagine come, citando Wikipedia <<for example, Screaming Eagle from California and Penfolds Grange from Australia, among many others ….

Mattehew Baldassano Village Winery club

Mattehew Baldassano Village Winery club

Château Lafite Rothschild, Château Latour, Château Margaux, Château Haut-Brion, and Château Mouton Rothschild>>.
Ed ecco invece che il concetto di vino cult si rovescia. Il valore non deriva più dal punteggio di Robert Parker oppure dalla vigna come a Romanée Conti e neanche dal prestigio di un nome storico come Frescobaldi, ma dal fatto che i destinatari delle bottiglie partecipano personalmente alla produzione. Ed ecco che Baldassano ha creato il “Village Winery Club” e due volte all’anno compra uve in California e in Cile (petite Syrah, Cabernet e Zinfandel) ed invita a partecipare alla produzione attraverso la sua pagina Facebook <<Tempus Est Iam For those who want to get involved in the‪#‎urbanwinemovement‬>> ha scritto il 16 settembre scorso. Il village winery club ha già oltre 100 membri e farne parte costa 200$.

Consumatori e Paesi consumatori di vino

USA saldamente in testa fra i Paesi che bevono più vino con 3.217.000.000 litri in un anno ma per il consumo pro capite vince il Vaticano con 54 litri

consumi di vino

consumi di vino

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello Casato Prime Donne

Prendo da Wine News lo spunto per esaminare le classifiche dei consumi di vino. Curiosamente lo stato del Papa è quello dove le percentuali sono più alte: 54,26 litri all’anno. Ovviamente non dipende dalle Sante Messe quanto piuttosto dai turisti in rapporto alla popolazione residente. Infatti al secondo posto troviamo un altro micro stato, Andorra con 46,26 litri e poi una sorprendente Croazia con 44,20 litri seguita a ruota alla vicina Slovenia 44,07. Anche in questo caso, tuttavia, si tratta di Paesi con bassa popolazione in rapporto alle presenze turistiche e quindi a consumi che sebbene statisticamente imputati ai residenti, non vengono fatti solo da loro.

Numeri del vino consumo-francia-2015-2

Numeri del vino consumo-francia-2015-2

Molto più interessante la classifica dei Paesi consumatori di vino: primo posto per gli USA che supera i tre miliardi di litri e batte la Francia che è scesa a 2,7 e l’Italia poco sopra i due. Quello che colpisce soprattutto è il calo delle percentuali dal 2011 al 2014, nelle due nazioni principali produttrici che è stato rispettivamente del 4,8 e di un disastroso 11,5%. Parlare di un crollo, specialmente in Italia, non è esagerato. Sono invece con segno più dei mercati strategici per le nostre bottiglie come Germania, Cina e Giappone, quest’ultimo con uno spettacolare incremento del 21% negli stessi tre anni.

Brunello 2010 Riserva ecco un capolavoro

<<E’ il miglior Brunello che abbia mai prodotto>> dice Donatella Cinelli Colombini, <<un capolavoro di armonia, potenza, finezza e longevità che sbalordisce>> 

Brunello Riserva 2010 Donatella Cinelli Colombini

Brunello Riserva 2010 Donatella Cinelli Colombini

I wine lovers di tutto il mondo lo attendono da anni: la Riserva 2010 segue gli spettacolari successi internazionali del Brunello 2010 annata e intende superarli.

Nasce in una vendemmia 5 stelle, un anno dal clima talmente favorevole che, caso rarissimo, l’uva era tanta e insieme straordinariamente buona. Ci furono altre cose eccezionali nel 2010: grazie a un’estate fresca, anche se piena di belle giornate assolate, al momento della raccolta le viti erano ancora in vegetazione. Le fotografie ci mostrano i coglitori con le forbici in mano sotto viti con foglie dal colore quasi primaverile. Una situazione rarissima ma molto favorevole.

Dal Brunello Riserva 2010 è stata ottenuta la selezione IOsonoDONATELLA.

CLIMA: Inverno e primavera molto piovosi e nevosi. Grazie al terreno ben idratato le viti

Casato Prime Donne Montalcino la cantina al femminile

Casato Prime Donne Montalcino la cantina al femminile

hanno sopportato bene il luglio molto caldo. Ad agosto il caldo è stato mitigato da alcuni temporali. Poco dopo l’invaiatura (cambiamento di colore dell’uva) l’uva è stata diradata con una vendemmia verde abbondante. L’uva destinata al Brunello riserva è stata individuata prima della vendemmia. Per sceglierla così come per decidere il giorno esatto della raccolta sono state effettuate analisi di laboratorio ma soprattutto assaggi. L’uva è arrivata in cantina separata dal resto della produzione per essere vinificata (la macerazione è più lunga di quella del Brunello annata) e successivamente maturata in botte con attenzioni quasi quotidiane. Per la riserva 2010 sono stati acquistati toneau di rovere di media tostatura di tre laboratori artigiani francesi, quasi botti “su misura” per valorizzate le straordinarie potenzialità del vino.

Moscato e la sua nuova moda rap

Alla faccia del marketing! Ecco come il Moscato è diventato #1Drink in Hip Hop sfidando lo Champagne: il vino dei rapper e la sua nuova giovinezza in musica

Di Donatella Cinelli Colombini Montalcino Casato Prime Donne

jay-z-beyonce

jay-z-beyonce

<<I’ma sip Moscato and you ‘gon lose dem pants>>letteralmente: sorseggio Moscato e tu ti levi i pantaloni, canta il rap Waka Floka Flame. Oppure <<Moscato got her freaky Aye you got me in a trance>> il Moscato la rende strana e tu mi mandi in trance. Queste le frasi delle canzoni rap che hanno creato una vera e propria moda per il Moscato. Le virtù afrodisiache del vino messe in musica con testi provocatori hanno trasformato l’immagine del bianco piemontese in qualcosa di intrigante e sexy. Tutto era iniziato quando Jay-Z,  contestò lo Champagne e il suo mondo di ricchi ingioiellati proponendo al suo posto il Moscato. Da notare che Jay-Z con la moglie Beyoncé sono accreditati da Forbes come la coppia di cantanti più ricchi del mondo,

Moscato d'Asti

Moscato d’Asti

con un patrimonio di un miliardo di Dollari. Jay-Z è il nome d’arte di Shawn Corey Carter, un produttore discografico e rapper che si caratterizza per testi pieni di metafore e giochi di parole oltre che per l’uso frequente del freestyle e per la fusione di rap di strada con influenze pop. Si tratta dunque di un personaggio di spicco, che non passa inosservato. Ed è da lui che parte la tendenza del Moscato associato al rap. Il vino piemontese entra anche nei testi di Drake, Kendrick Lamar Kanye West, Lil’ Kim e altri rapper.

Drunk in love la sbornia d’amore esiste davvero

Avete presente “Drunk in Love” cantata da Beyoncé? All’University of Birmingham hanno scoperto che gli effetti dell’ormone dell’amore e dell’alcool sono uguali

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

La canzone Drunk in Love, si è piazzata in cima alle classifiche dei brani hot in quasi tutto il mondo. Avete presente il video dove Beyoncé  -di notte bagnandosi in mare-  esprime con il corpo la stessa allusività sessuale dei testi?  Nel

Main-Beyonce

Main-Beyonce

video c’è anche il marito della bellissima Beyoncé, cioè il rapper e produttore discografico miliardario Jay-Z, quello che ha diffuso la moda del Moscato d’Asti come sexy wine rap. Si tratta dunque della coppia più “alcolica” della musica. La cosa stupefacente è il loro effetto sul vino: prima con il boom di vendite del Moscato in USA e poi con l’anticipazione della scoperta scientifica relativa all’ossitocina, cioè l’ormone delle persone innamorate, che ha gli stessi effetti dell’alcool.

Ludopatia: dal divertimento all’incubo del gioco

17 miliardi e mezzo di giocate solo 2014. L’Italia è il 4° Paese al mondo per gioco d’azzardo. Slot machine e videopoker attraggono con le vincite immediate

Ludopatia 6 Lions Clubs della Valdichana e Stefano Scaramelli

Ludopatia 6 Lions Clubs della Valdichana

Di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne

Chi non ha mai comprato un biglietto della lotteria oppure un gratta e vinci? Criminalizzare il gioco d’azzardo è sbagliato, l’80% dei nostri connazionali gioca di tanto in tanto. Inoltre, il gioco porta nelle casse dello stato 84 miliardi l’anno; in pratica è la terza industria italiana dopo ENI e Fiat. L’Italia è quarta nel mondo per gioco d’azzardo dopo USA, Cina e Giappone. Siamo un piccolo Paese che gioca tanto!

In altre parole il gioco è qualcosa di assolutamente lecito finché non diventa una dipendenza patologica: la ludopatia.

Slot Machine

Slot Machine

I 6 Lions Clubs della Valdichiana senese e aretina hanno dedicato un incontro a questo delicato argomento che si è svolto a Sinalunga con la regia di Francesco Veltroni officer del Governatore Carlo Bianucci sul tema “Prevenzione Dipendenze” (Lions Clubs Lucignano e Val d’Esse, Cortona Corito Clanis, Cortona Valdichiana host, Valdichiana I Chiari, Chiusi, Chianciano Terme).

Un argomento a due facce dunque, quella spensierata del passatempo e quella della dipendenza che, purtroppo spesso si associa a altri comportamenti deviati come l’abuso d’alcol e l’uso di droghe. Stefano Scaramelli presidente della Commissione Sanità della Regione Toscana descrive la differenza <<come quella che passa fra amore e innamoramento. L’innamoramento è quasi un’ossessione di chi non può fare a meno di una determinata persona, l’amore è quando consapevolmente la si sceglie>>.

La mineralità del vino deriva dai batteri e non dal terreno

La mineralità del vino dipende da più composti chimici volatili che interagiscono fra loro e non da uno solo. Esclusa l’origine dal terreno; fine di un mito! 

Excell Ibérica che ha studiato la mineralità nel vino

Excell Ibérica che ha studiato la mineralità nel vino

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Forse è arrivata una prova della vera origine della minaralità.
Quello che il Professor Attilio Scienza, la Master of Wine Sally Easton e moltissimi altri esperti sostengono da tempo sembra definitivamente confermato da un ricerca spagnola: la credenza tradizionale che l’attribuiva ai minerali presenti nel terreno della vigna è del tutto sbagliata. La composizione chimica del suolo non c’entra niente. Invece

Valle del Reno zona nota per la mineralità dei vini

Valle del Reno zona nota per la mineralità dei vini

pare accertato che una serie di composti dall’odore e dal gusto minerale derivino dal metabolismo delle viti, dai lieviti indigeni e dagli atri batteri, oltre che dalle pratiche di cantina.
La notizia diffusa da Drinks Business ha fatto subito il giro del mondo. Sembra dunque arrivata a una svolta l’annosa diatriba sull’origine di quel carattere minerale che per i vini pregiati, soprattutto nel mondo anglosassone, sembra necessario per ottenere l’apprezzamento dei palati più fini. Il collegamento della mineralità al patrimonio microbiologico potrebbe inoltre spiegare il motivo per cui, questo carattere, è particolarmente presente in certe regioni e non in altre come in molte aziende storiche. Evidentemente fa parte dell’impronta digitale di un territorio e il concetto di terroir va rivisto aggiungendo il patrimonio biologico identitario agli elementi che lo componevano precedentemente cioè: terreno, clima e cultura vitivinicola della popolazione.

Brunello di Montalcino 2011 sorprendente e femminile

Annata 4 stelle, la più anticipata e veloce mai vista.L’uva era sanissima ma anche pochissima e al Casato Prime Donne è stata trattata con estrema delicatezza

Brunello di Montalcino 2011 Donatella Cinelli Colombini

Brunello di Montalcino 2011 Donatella Cinelli Colombini

Le cantine di Donatella Cinelli Colombini sono le prime con un organico interamente femminile. Si tratta di un progetto nato nel 1998 proprio per la produzione del Brunello quando Donatella cercò di assumere un cantiniere per curare il vino che i genitori le avevano dato insieme a due aziende da ristrutturare – il Casato a Montalcino e la Fattoria del Colle a Sud del Chianti. La ricerca di un giovane enotecnico si rivelò più difficile del previsto mentre le donne con lo stesso titolo non trovavano cantine disposte a dare loro la direzione tecnica. Nasce da questo episodio l’idea di un progetto capace di dimostrare il talento femminile nel vino. A distanza di 17 anni e grazie al global warming che ha dato ai vigneti un

Montalcino Casato Prime Donne Tinaia del vento

Montalcino Casato Prime Donne Tinaia del vento

potenziale qualitativo enormemente superiore al passato, il Casato Prime Donne si è progressivamente distinto per una produzione di Brunello tradizionale e di estrema eleganza. Vini armonici e molto appaganti anche nei primi anni di vita, nello stesso tempo vini molto longevi grazie a un’ottima struttura che deriva dalle maturazioni lente e graduali dell’uva.
Oggi il Brunello del Casato Prime Donne è esportato in 34 Paesi e gode del consenso della stampa specializzata internazionale più importante.

St Emilion la sentenza sulla classificazione della discordia

Confermata la classificazione dei crus del 2012 contestata da 3 cantine. Colpisce l’enorme importanza di questa classificazione sul valore dei vini e dei vigneti

Chateau Pavie e altri grandi vini francesi

Chateau Pavie e altri grandi vini francesi

Di Donatella Cinelli Colombini Montalcino, Brunello,  Casato Prime Donne

Cominciamo dall’inizio in questa vicenda enoico-giudiziaria-finanziaria. Tutti conoscono la classificazione del 1855 del Medoc e delle Graves. Ebbene nel 1930 fu iniziata la classificazione anche del Saint Emilion che fu emanata il 16 giugno 1955 con la designazione di 12 Premier grands crus classés e 63 Grands crus classés. La durata di questo procedimento – 25 anni – è un inequivocabile segno della difficoltà di una simile decisione ma il bello viene dopo. Nell’idea originaria la

Angelus

Angelus

classifica doveva essere attualizzata ogni 10 anni e infatti nel 1969, 1986, 1996 le liste dei crus furono modificate ma alla quinta classificazione, nel settembre del 2006 (15 Premiers grands crus classés  e 46 Grands crus classés) 4 cantine retrocesse si rivolgono alla magistratura per invalidare la decisione, ci sarebbero troppi giudici imparziali che fanno affari con le cantine premiate. Per anni le battaglie legali sono state incessanti coinvolgendo anche la Corte suprema e nessuno sapeva più quale classifica fosse valida.

Molto vino e poco Natale nelle caffetterie Starbucks

Starbucks offrirà un menù pomeridiano abbinato al vino e alla birra . Intanto però, ha avuto un Natale di fuoco a causa dei bicchieri senza simboli natalizi

Starbucks

Starbucks

Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Prima la news: ogni anno, a partire da novembre, i bicchieroni dei locali Starbucks prendono una vesta natalizia con renne, fiocchi di neve e simili. Quest’anno il design era minimalista con il simbolo della catena (la sirena a due code) su fondo rosso. E’ successo il finimondo: il Cristiano Evangelico dell’Arizona Joshua Feuerstein ha messo in internet un video che è stato scaricato 14 milioni di volte «Starbucks ha tolto il Natale dalle sue tazze, perché odia Gesù>> ha

starbucks-reserve-barista

starbucks-reserve-barista

tuonato. Basta digitare #MerryChristmasStarbucks per vedere che terremoto hanno scatenato delle semplici tazze rosse.
Se il colosso Starbucks supererà la crisi natalizia senza troppi danni per noi del vino si apre un nuovo orizzonte. La decisione di introdurre vino e birra fra le bevande pomeridiane scaturisce da un’indagine sui clienti Starbucks che ha rivelato come il 70% di loro bevano vino con una percentuale nettamente superiore alla media americana. La nuova proposta dovrebbe generare, nel 2019, un business di un miliardo di Dollari.

Le bottiglie pesanti danno immagine o danno all’ambiente?

Dieci anni fa usare bottiglie pesanti era un elemento di distinzione oggi fa sembrare la cantina poco rispettosa dell’ambiente. E’ l’ora di cambiare?

riciclo vetro

riciclo vetro

Di Donatella Cinelli Colombini  Brunello Casato Prime Donne

Più grande e visibile sullo scaffale, più costosa e ben fatta, un tempo la bottiglia pesante era un complemento quasi indispensabile dei vini di lusso come il tappo lungo che richiedeva un vero esercizio fisico per essere estratto.
Poi la maggiore sensibilità all’ambiente ha spinto tutti a riflettere su questa scelta. Infatti, benché il vetro sia fra i prodotti più riciclabili e riciclati, richiede comunque una bella dose di energia per essere fuso mescolato e rimodellato in nuovi oggetti. Per questo i mercati dove i consumatori sono più attenti all’ambiente storcono il naso di fronte alle splendide bottiglie pesanti.