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Il cuore delle Donne del Vino va al centro

IL 24 novembre, a tre mesi dalla prima forte scossa di terremoto, le Donne del vino organizzano cene per aiutare gli agricoltori dei territori colpiti

Il-nostro-cuore-va-al-centro

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di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

La terra trema ancora ma c’è chi deve restare nella zona di Amatrice sfidando il pericolo e il freddo dell’inverno; sono gli agricoltori con il bestiame. A questi piccoli eroi dell’agricoltura più antica e tipica della zona colpita dal terremoto, i pastori, andrà il ricavato delle cene che le Donne del vino organizzeranno a tre mesi esatti dalla prima grande scossa che ha distrutto le case di Amatrice e Norcia. Il “cuore delle Donne del vino va al centro” evidenzia il disegno scelto per unificare in uno solo atto generoso le tante cene di raccolta fondi che si svolgeranno in Valle d’Aosta, Piemonte, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia e Sardegna.  La prima cena, in Lazio, è già avvenute il 25 ottobre.
Il ricavato della raccolta fondi contribuirà a sostenere 15 produttori riuniti nel Consorzio di tutela L’Amatriciano: il Pecorino dei monti della Laga” fondato nel 2014. Producono il pecorino usato per preparare la più antica ricetta di pasta

L’Amatriciano: il Pecorino dei Monti della Laga

L’Amatriciano: il Pecorino dei Monti della Laga

all’amatriciana,antecedente alla scoperta dell’America e quindi senza pomodoro, la “gricia” a base di pecorino, guanciale di maiale e pepe nero.  Da oltre duemila anni le greggi pascolano in una zona montuosa al confine fra Abruzzo, Marche e Lazio in comuni tristemente noti per la distruzione causata dal terremoto come Amatrice, Accumuli e Arquata. La pastorizia è un’attività peculiare del territorio dei monti della Laga  sull’Appennino, fino da epoca romana con la tradizionale pratica della transumanza lungo la via Salaria. Il pecorino ottenuto dal loro latte ha caratteristiche chimiche ed organolettiche molto particolari e legate all’utilizzo dei pascoli ad alta quota, le cui specie botaniche crescono su un substrato pedologico arenaceo marnoso tipico dei Monti della Laga.

Wine2wine 6-7 dicembre a Verona, non mancate!

Le Donne del Vino ancora protagoniste di Wine2wine il principale forum italiano dedicato al business del vino

Wine2wine

Wine2wine

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

Due giorni dedicati al marketing e alla comunicazione del vino, decine di miniconvegni dove i relatori devono condensare le informazioni in pochissimi minuti. Questo è Wine2wine, il forum dove acquisire gli strumenti per rendere più competitiva la propria impresa in un’epoca in cui i luoghi di consumo del vino sono sempre più lontani dai luoghi di produzione e gli scambi internazionali sono raddoppiati in vent’anni.

Wine2wine-Ian-DAgata-

Wine2wine-Ian-DAgata-

Quali sono le nuove tendenza dei consumi e quali i mercati esteri in crescita? Come, le cantine, dovrebbero impostare la loro strategia di web marketing e advertising mentre la decisione di acquisto del vino dipende sempre più dai social media?
Queste le due domande principali a cui Wine2wine 2016 darà una risposta con approfondimenti dedicati alla comunicazione digitale, alla Germania e alla Svezia. Il gigante tedesco è il secondo Paese importatore di vino dall’Italia e verrà illustrato da Hermann Pilz direttore di Weinwirtschaft fra le maggiori riviste specializzate.

2 belle storie di Donne del vino

Il cuore delle Donne del vino: cene in favore dei pastori terremotati, asta di bottiglie rare raccoglie 9.300 € per i grandi ustionati poveri del mondo

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Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

Il 24 novembre (Abruzzo e Lazio in date diverse) le Donne del Vino organizzeranno cene in 11 regioni; le loro migliori bottiglie renderanno prelibati questi convivi dimostrando che la solidarietà ha sempre un ottimo sapore.
Il cuore delle Donne del vino batte al centro e sostiene i piccoli eroi del terremoto, quelli che rimangono coraggiosamente accanto alle loro greggi mentre la terra trema. Sono in 15 riuniti nel “Consorzio per la tutela e la valorizzazione de l’Amatriciano” il pecorino tipico dei monti della Laga sull’Appennino. Affrontano il freddo e la paura

Asta-vini-rari-delle-Donne-del-Vino

Asta-vini-rari-delle-Donne-del-Vino

nell’inverno dopo il terremoto per conservare una tradizione antica e preziosa al pari di un resto archeologico: i formaggi ottenuti, fino dall’epoca romana, dai pastori della transumanza sulla Via Salaria. Gran parte dei loro piccoli caseifici sono crollati e la lavorazione del latte si è concentrata nelle strutture consortili con grandissimi problemi anche commerciali perché nella zona terremotata il turismo non esiste più.

L’invito è quello di partecipare alle cene contribuendo a raccogliere fondi da mettere immediatamente a disposizione di questi piccoli eroi del terremoto.

Lieviti autoctoni e i profumi del vino

Lieviti autoctoni influenzano l’aroma dei vini più del terreno. La rivoluzionaria scoperta arriva dalla Nuova Zelanda ed è rilanciata da Attilio Scienza

lieviti-autoctoni-mosto

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Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

E pensare che fino a vent’anni fa l’inoculo di lieviti industriali, selezionati chi sa dove, sembrava l’unico modo per effettuare fermentazioni perfette! Chiedere a un enologo di vinificare in modo spontaneo equivaleva a una minaccia e portava a risposte del tipo << ma lei vuole fare del buon vino o no?>> .
Poi, come in tanti altri casi, la natura ha dimostrato di saper fare meglio dell’uomo e i lieviti addomesticati ( si chiamano proprio così per la plasticità del loro genoma) hanno manifestato una spinta all’omologazione che è l’esatto opposto della direzione della civiltà attuale.

vendemmia-2016-scelta-acini-sangiovese-Casato-Prime-Donne

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Trebicchieri periodico web del Gambero Rosso pubblica un articolo di Attilio Scienza che commenta le recenti scoperte di un gruppo di ricercatori neo zelandesi sui lieviti indigeni e la loro enorme influenza sui caratteri identitari dei vini. Le indagini effettuate su Sauvignon di sei zone diverse hanno addirittura rivelato che i lieviti influenzano i caratteri sensoriali dei vini più del terreno o del clima. In termini più tecnici i ricercatori hanno visto che l’aroma di questi vini dipendeva da 39 metaboliti che i lieviti producevano durante la fermentazione. 29 di questi metaboliti variavano da zona a zona.

Tini in cemento: moda o grande enologia?

Uova, tulipani, circolari … i tini in cemento piacciono a chi fa agricoltura biodinamica o biologica come me. I motivi per cui li ho scelti per il Brunello

Brunello-tinaia-Casato-Prime-Donne-programma-ponte-Ognissanti

Brunello-tinaia-Casato-Prime-Donne-programma-ponte-Ognissanti

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne
Per me sono stati un colpo di fulmine e dire che non mi innamoro facilmente! Ora ho 8 piccoli tini ovali Nomblot di cemento nudo con controllo di temperatura. Il vero gioiellino è il sistema di follatura creato per me da Appiano Romano officine meccaniche. In 15 minuti sommerge dolcemente le bucce dell’uva meglio che con il comando manuale. Romano è un genio della meccanica ed ha modificato per me anche il follatore dei tini in acciaio. Stesso sistema, quasi la stessa uva e quindi possibili confronti. Nel cemento le temperature sono più stabili e il vino non subisce il così detto “effetto pila” cioè non è soggetto alle correnti elettrostatiche dei tini in acciaio. Il risultato è un vino più armonico, carattere a me particolarmente caro, con note di fruttato più integre e una più diretta manifestazione delle caratteristiche del Sangiovese. Per il terzo anno di maturazione del Brunello, nelle

Tini-in-cemento-Casato-Prime-Donne-la-reazione-di-Violante

Tini-in-cemento-Casato-Prime-Donne-la-reazione-di-Violante

annate in cui un più lungo soggiorno in botte sarebbe troppo, i tini in cemento sono il perfetto preambolo all’affinamento in bottiglia perché la loro microporosità evita l’effetto riduzione dell’acciaio. Ci credo al punto da aver comprato anche tre uova Nomblot da sei ettolitri per le piccole selezioni dei vini TOP come il Brunello IOsonoDONATELLA.
La cosa più bella è il ritorno alle origini. I nostri antenati hanno usato tini aperti in cemento per millenni: fra le tantissime testimonianze archeologiche cito la vasca da vinificazione romana nei vigneti di Villa Matilde in Campania e il tino nella cantina medioevale di Abbadia Isola in Toscana.

Vino birra e presidenze: Taittinger e Trump 

Donald Trump e Pierre-Emmanuel Taittinger per due presidenze in USA e in Francia ma Trump ama la birra e l’altro è un produttore di Champagne

birra-boccale-di-Trump

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Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

Peccato che il francese abbia cambiato i suoi piani solo cinque giorni dopo aver dichiarato la sua intenzione di correre per l’Eliseo nel 2017. I Taittinger sono una grande famiglia dello Champagne ma hanno anche dei precedenti in politica. Il padre di Pierre Emmanuel Taittinger è stato deputato maggiore di Reims e lui stesso è stato nel Consiglio generale della Marna dal 1985 al 1992. Brillantissimo uomo d’affari ha riacquistato la cantina di Champagne fondata da suo nonno che era stata venduta a un fondo pensioni americano. Ha cantine in California, in Savoia … presiede la cave de Champagne di famiglia dal 2007 e la mission Coteaux, Maisons et Caves de Champagne. E’ durante la celebrazione del primo anniversario dell’iscrizione nel patrimonio Unesco delle cantine dello Champagne che Taittinger ha annunciato di voler diventare Presidente della

Vino-birra-e-presidenze-Pierre-Emmanuel-Taittinger

Vino-birra-e-presidenze-Pierre-Emmanuel-Taittinger

Repubblica Francese. Poi è successo qualcosa e, cinque giorni dopo, ha ritrattato, peccato ! Sarebbe stato un bel colpo per noi produttori di vino anche perchè, sul fronte opposto, quello della birra, il candidato alla presidenza c’è davvero : Donald Trump. Uno dei programmi del miliardario candidato alla Presidenza è << Makes Beer Great Again>> faremo di nuovo grande la birra. Ed ecco un boccale con l’aspetto di Trump, contiene 22 once di birra, costa 39,95 Dollari ed ha anche una versione più piccola. Ironia della sorte il boccale è fatto in Cina.
Si è dunque innescata una guerra presidenziale della birra con alcune birrerie che producono addirittura bionde anti-Trump e una che ha usato il popolare gioco di John Oliver <<Make Donald Drumpf Again>>. Nonostante questo Donald Trump possiede un’azienda vinicola in Virginia gestita dal figlio Eric.

Divorzio Pitt Jolie: che fine farà il loro rosato da Oscar?

A chi andrà lo splendido Chateau Miraval in Provenza, dove Brad Pitt e Angelina Jolie si erano sposati nel 2014 e dove nasce il loro rosato super premiato?

Pitt Jolie rosato da Oscar

Pitt Jolie rosato da Oscar

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

La domanda potrebbe essere più cattiva <<il rosé di Chateau Miraval avrà lo stesso successo commerciale e soprattutto gli stessi riconoscimenti da parte della critica specializzata senza il duo Pitt-Jolie?>>
Due personaggi belli, ricchi e famosi, una grande storia d’amore, 6 figli fra naturali e adottivi con uno stile multietnico che ricorda più gli hippie che la famiglia patriarcale ….. insomma è gente che sbalordisce. Per noi produttori di vino, a tutti gli altri motivi di invidia se ne aggiunge un altro squisitamente

Angelina-Jolie-Chateau-Miraval-2014

Angelina-Jolie-Chateau-Miraval-2014

enologico. Nel 2008 Angelina Jolie e Brad Pitt avevano acquistato per 55 milioni di Dollari, una splendida tenuta in Provenza. Quasi un villaggio aristocratico di edifici nel tipico stile locale che sono stati sapientemente restaurati: 35 stanze, centro benessere con Jacuzzi, piscina coperta, palestra e una sala da incisione che è stata usata dai Pink Floyd e da Sting. Tutto intorno piscine, fontane, laghetti e più lontano oliveti, vigneti e boschi per un totale di 400 ettari. In questo luogo da sogno la coppia più invidiata del cinema mondiale si è sposata nel 2014 coronando quella che sembrava una “favola bella”, lei in abito bianco coperto di piccoli disegni dei figli.

Le migliori bollicine rosè del mondo

La giuria di Master of Wine, Master Sommelier e senior buyer per il Global Master di The Drinks business ci presenta le 10 bollicine rosè migliori del mondo

Miglior-bollicine-rosè-del-mondo-Laurent-Perrier-Alexandra

Miglior-bollicine-rosè-del-mondo-Laurent-Perrier-Alexandra

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

La degustazione di The Drinks Business è bendata, comprende vini di tutto il mondo e di prezzo completamente diverso: da sotto 10 Sterline a sopra 200. Alla fine la TOP 10 delle bollicine rosè migliori del mondo è formata da vini italiani, neozelandesi, francesi e sorprendentemente inglesi. Una lista che rivela la forte predilezione dei degustatori britannici per le bollicine con lunghissimo soggiorno sui lieviti, sono infatti queste ultime a dominare la scena. Un gusto che non è il prediletto da noi italiani ma che comunque corrisponde ai TOP spender cioè alla clientela più esigente e disposta a comprare bottiglie costose.
I rosè sono di gran moda. Il loro consumo cresce quasi ovunque, purtroppo la parola quasi si riferisce all’Italia dove invece sono meno richiesti. Gli aumenti più

Champagne-Henriot-Brut-Rosé

Champagne-Henriot-Brut-Rosé

consistenti sono in Regno Unito, Svezia, Canada e Hong Kong e in Francia dove, fra il 2002 e il 2004 ha segnato un +43%. I Francesi sono i maggiori produttori del mondo (31% del totale) ma il successo di questa tipologia è stato così forte che sono stati costretti a importarne ancora. I consumatori di rosato siano i giovani sotto i 25 anni. Con il crescere dell’età questa predilezione cala visibilmente come se il rosato si associasse a uno stile di consumo spensierato e festaiolo tipico dei teenager.
Ecco la classifica The Drinks business che vi invito a leggere nella versione originale, in inglese, dove ci sono tanti dettagli

Le Prime Donne conquistano il NY Wine Experience

Vi porto con me al New York Wine Experience del Wine Spectator la più esclusiva degustazione del mondo fra le più importanti cantine del mondo

Wine-Experience-2016-Donatella-Cinelli-Colombini-seminary

Wine-Experience-2016-Donatella-Cinelli-Colombini-seminary

di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

Ci sono lo Champagne Salon, Chateaux Lafite Rothschild, Chateaux Margaux, Opus One, Chateau d’Yquem,
Penfolds… i miti del vino. In mezzo a loro mi sento emozionata come una bambina. Essere invitata alla Wine Experience è sempre stato un mio sogno ma credevo fosse irrealizzabile, come quello di vincere l’Oscar o il Premio Nobel. E invece sono qui e dopo soli 18 anni dalla nascita delle mie cantine.
Angelo Gaja, come sempre affettuoso, mi viene incontro nella sala del Marriott Marquis dove i produttori hanno un tavolo ciascuno per offrire il loro vino. Mi

Brunello-Casato-Prime-Donne-al-Wine-Experience-2016

Brunello-Casato-Prime-Donne-al-Wine-Experience-2016

abbraccia dicendo <<dovevano invitarti prima, te lo meriti!>>. Ci sono anche Piero Antinori con il Solaia e Lamberto Frescobaldi con il Masseto ma nessuno scatena le reazioni da star di Angelo.
Le cantine francesi hanno spedito tutti i loro vini in cassette di legno e prima dell’ingresso del pubblico lo decantano tutto. Noblesse oblige! C’è da imparare tanto da loro ma c’è anche fra gli italiani chi fa lo stesso, Sassicaia ad esempio.

Alleanze territoriali per il turismo

Contatti per creare alleanze territoriali e per diffondere la conoscenza e la stima verso la cantina i suoi vini e la sua proposta turistica

Alleanze-territoriali-per-il-turismo-barolo-bar-terrazza

Alleanze-territoriali-per-il-turismo-barolo-bar-terrazza

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne
Sono spesso sottostimati e invece hanno un’importanza strategica per le cantine aperte al pubblico; il “turismo è uno sport di squadra” e anche le strutture più grandi devono interagire con il territorio; chiunque pretende di fare da solo perde. L’alleanza è la chiave del successo.
In una strategia di alleanze territoriali per il turismo, il primo passo è individuare le persone a cui vengono chieste informazioni: guide, addetti agli uffici turistici e ai musei, ristoratori, gestori di strutture ricettive, benzinai, casellanti autostradali, giornalai, baristi, vigili urbani … invitarli in cantina ogni anno, in segno di gratitudine può avere effetti

Alleanze-territoriali-per-il-turismo-Lungarotti-Museo-del-vino

Alleanze-territoriali-per-il-turismo-Lungarotti-Museo-del-vino

sorprendenti. L’invito permetterà a queste persone di memorizzare il percorso stradale, mentre la visita farà apprezzare la struttura e specialmente l’offerta turistica. Consumare un pasto insieme permette di conoscersi meglio e rende più caldi e amichevoli i rapporti. In alternativa il dono di una bottiglia importante è sicuramente gradito. Piccoli gesti che servono a evidenziare l’unità di intenti in previsione di quando risponderanno alle domande dei visitatori <<che cosa c’è da vedere qui?>> e li indirizzeranno in cantina. E’ molto importante che l’azienda sia percepita dai residenti come una destination di cui essere fieri, un posto in cui portare in visita anche amici e parenti.

2° parte Fiere, workshop, B2B e borse del turismo del vino

Cosa fare prima durante e dopo la partecipazione alle borse del turismo per accrescere il numero dei visitatori in cantina

Borsa-del-turismo-partecipazione-delle-cantine

Borsa-del-turismo-partecipazione-delle-cantine

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

DURANTE LE BORSE DEL TURISMO

In generale le borse del turismo comprendono la zona espositiva e gli workshop cioè i B2B in cui i buyers stanno seduti a piccoli tavoli e i rappresentanti delle strutture turistiche fanno la fila per offrire la propria proposta. Tutto è molto virtuale: video, company profile, listini … al massimo è possibile lasciare una chiavetta ma non certo i depliant soprattutto se sono grandi.  Le informazioni vanno mandate via internet. Quello che invece serve sempre è il biglietto da visita, di cui è utile avere una grossa scorta, con nomi, contatti e QRcode stampati tutti nello stessa facciata. I tempi delle presentazioni sono strettissimi e quindi catturare il tour

borsa-del-turismo-B2B

borsa-del-turismo-B2B

operator è questione di pochi minuti e della capacità di attrarre la sua attenzione su quello che di diverso e di nuovo gli viene proposto. La lingua universale è l’inglese e conviene provare più volte la presentazione a casa scegliendo argomenti e battute per essere sicuri di colpire come un colpo di cannone. Tutti gli incontri e le cose dette devono essere registrate. I tradizionalisti lo fanno sul blocco notes usando la cucitrice per attaccare i biglietti degli operatori, chi si è aggiornato usa il telefonino per fotografare persone e biglietti da visita poi scrive gli appunti sul tablet.

Come portare i turisti in cantina: le fiere I°parte

Fiere, borse,  workshop, B2B come usarle per aumentare le visite in cantina. Un lavoro da fare prima, durante e dopo l’evento e da continuare sempre

Fiere-del-turismo-ITB-Berlin-2017

Fiere-del-turismo-ITB-Berlin-2017

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino,  Casato Prime Donne

Nel nuovo libro “Marketing delle cantine aperte” la parte più strategica e quella che evolve più velocemente per la sua stretta relazione con il mondo digitale, è la tecnica per portare i visitatori in cantina. Per questo è la parte che scrivo per ultima, la più difficile.
Ci sono solo due concetti che rimangono fissi da anni: le destination turistiche prima si vendono e poi si realizzano. Non sono come il vino, che prima si produce e poi si propone ai buyers, ma esattamente il contrario. Per non rimanere vuoti il primo anno bisogna anticipare i tempi perché, a differenza degli altri prodotti dell’epoca globale, il turismo vende sogni cioè commercializza l’immagine della destinazione, per questo è sufficiente che “il prodotto” esista alcuni mesi dopo, quando il cliente fisicamente ci va.

Fiere-del-turismo-ITB

Fiere-del-turismo-ITB

Secondo punto: i sistemi convenzionali di promozione turistica funzionano poco, l’unico strumento efficace è il passaparola. Un tempo era quello reale, fra le persone, oggi è quello virtuale attraverso i social media oppure i portali di recensioni come TripAdvisor in cui ogni turista può mettere il suo giudizio.
Qui di seguito scriverò delle note basate sulle mie esperienze personali, su quello che ho visto nelle cantine di altri produttori e sulle pubblicazioni di marketing turistico.

Le quote rosa nei consorzi dei vini: favorevoli e contrari

Quote rosa nei consorzi dei vini: contrari Federdoc e AIGIC, contente ma preoccupate le Donne del vino, incapaci di capire i consumatori

Quote-rosa-nei-Consorzi-di-tutela-Colomba-Mongiello-autrice-dell'emendamento

Quote-rosa-nei-Consorzi-di-tutela-Colomba-Mongiello-autrice-dell’emendamento

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Il Collegato agricolo alla legge di stabilità finanziaria che comprende l’emendamento dell’Onorevole Colomba Mongiello sulle “quote rosa” nei CDA dei Consorzi di tutela ha scatenato polemiche e contrasti. Una reazione, a tratti, al limite delle offese personali che i consumatori hanno seguito quasi con ilarità << contadini maschilisti, loro si che le sanno trattare le donne … come ai bei tempi! >> ed è stato commentato dai 5Stelle con toni ancora più pesanti <<Uno slot per le ‘mogli di’, slegato da qualunque criterio di rappresentanza, e che non ha nulla a che vedere con la meritocrazia e le pari opportunità>>.
La levata di scudi di Federdoc e AIGIC che riuniscono i maggiori consorzi del vino e dell’agroalimentare, alla norma Mongiello, ha trovato una immediata risposta alla Camera dei Deputati. L’emendamento prevede il 20% di donne nei CDA e la modifica degli statuti dei consorzi entro sei mesi dall’approvazione del provvedimento, ma nella stessa legge è stato introdotto un secondo emendamento firmato dagli Onorevoli Cenni, Tentori, Terrosi e Albini, che impegna il Governo ad applicare le norme con la flessibilità e la gradualità

Quote-rosa-nei-cda-dei-consorzi-le-donne-nel-Vino-Nobile-di-Montepulciano

Quote-rosa-nei-cda-dei-consorzi-le-donne-nel-Vino-Nobile-di-Montepulciano

necessarie a non bloccare l’attività di consorzi. Insieme chiede di sostenere le azioni utili a favorire l’ingresso di un numero maggiore di donne in ogni livello della filiera produttiva e nella guida di associazioni. In altre parole rallenta l’introduzione delle “quote rosa” ma obbliga i ministri a fare corsi e altre iniziative che suscitino il protagonismo femminile nel mondo agricolo, come dire << prendiamoci tempo ma non perdiamo tempo e facciamo emergere le donne di talento>>.

Brunello vendemmia al via

Poca uva ma perfetta. Da noi il primo semestre 2016 è stato il più piovoso da un secolo: niente stress idrico alle viti ma pochi grappoli

Vendemmia-Montalcino-Casato-Prime-Donne

Vendemmia-Montalcino-Casato-Prime-Donne

Di Donatella Cinelli Colombini

Contando 60 giorni dall’invaiatura possiamo prevedere la vendemmia del Casato Prime Donne a Montalcino  e alla Fattoria del Colle nella Doc Orcia fra il 20 settembre e i primi di ottobre. La qualità del vino si forma fra agosto e settembre ora servono giornate assolate, notti fresche e soprattutto nessuna grossa perturbazione perché il 2016, in molti vigneti italiani, verrà ricordato come quello della grandine. Soprattutto di luglio ci sono stati temporali catastrofici.

COSA E’ CAMBIATO NEGLI ULTIMI VENT’ANNI

Cenerentola-Doc-Orcia-Fattoria-del-colle-Leslie-Brienza

Cenerentola-Doc-Orcia-Fattoria-del-colle-Leslie-Brienza

Cioè le diversità da prima del global warming? La cosa più eclatante riguarda il grado alcolico: prima era un problema arrivare sopra il 12 % oggi è un problema stare sotto il 14%. Ricordate la famosa questione dello zuccheraggio e dei controlli nelle cantine per impedire l’aggiunta del saccarosio a mosti troppo bassi di gradazione? Negli anni ’80 era la voce principale delle sofisticazioni. Adesso invece i vignaioli studiamo tutti i sistemi per impedire una maturazione “tecnologica” troppo veloce e troppo intensa dell’uva.

Andrea Rabissi vince il premio Casato Prime Donne

Andrea Rabissi, un vigile urbano che sa mostrarci il territorio di Montalcino con gli occhi di un poeta, vince per la terza volta il premio Casato Prime Donne

Andrea-Rabissi-Discreta-Presenza-vincitore-Premio-Casato-Prime-Donne-2016

Andrea-Rabissi-Discreta-Presenza-vincitore-Premio-Casato-Prime-Donne-2016

Di Donatella Cinelli Colombini

Grazie alla sua profonda conoscenza della zona, in ogni ora del giorno e in ogni mese dell’anno, egli trova spunti inediti dove migliaia di fotografi hanno fissato i loro obiettivi prima di lui. Da questo nasce un racconto nuovo, profondo, personalissimo e a tratti ironico della terra del Brunello. Un racconto che per 3 volte in 18 anni ha fatto vincere a Andrea Rabissi il Premio Casato Prime Donne per la fotografia. Nel 2006 ha ritratto un’anziana signora che stralcia le viti in inverno

Andrea-Rabissi-Vincitore-Premio-Casato-Prime-Donne-2006

Andrea-Rabissi-Vincitore-Premio-Casato-Prime-Donne-2006

mentre la rugiada trasforma i fili metallici del vigneto in un merletto lucente. Nel 2013 ha usato un’alba autunnale, quando solo le silhouette delle colline emergono dalla nebbia, per trasformare il paesaggio di Montalcino in un’immagine esotica da monocromo giapponese. Quest’anno ci propone uno spaventapasseri che difende una giovane vigna poco prima della vendemmia e intitola la sua foto “Discreta …presenza”. L’omino di paglia è vestito di rosso ed ha scarpe, cintura e antenne di allumino lucente. Nella sua sgangherata

semplicità è uno spaventapasseri post modern. Una presenza silenziosa, come ha notato Andrea Rabissi, ma anche inquietante nel contrasto fra il suo abbigliamento da spider-man, l’aridità del suolo diserbato della vigna e  sullo sfondo che sembra guardare dall’alto delle sue antiche torri. Passato e presente,realtà e immaginario, un contrasto pieno di significati apprezzato dalla giuria popolare che ha votato on line e l’ha scelto come vincitore 2016.