Vita da produttore di vino: l’ ufficio di Donatella
Vi faccio entrare nella mia vita privata, nella stanza dove trascorro la maggior parte del tempo, il mio ufficio alla Fattoria del Colle

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Di Donatella Cinelli Colombini
Il mio ufficio è nella Fattoria del Colle, nella parte dell’edificio costruita nel 1592 per cui ha il fascino delle cose autentiche ma anche la loro scomodità. Il soffitto suscita l’invidia dei turisti che sbirciano dalla porta sempre aperta. Ci sono travi decorate con greche e rosette e un bordo perimetrale con festoni di gusto rinascimentale. Anche il lampadario, in cristallo bianco è molto bello ma illumina la stanza in modo quasi subacqueo e poco adatto a un luogo di lavoro.

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I libri foderano quasi interamente le due pareti più lunghe della stanza e sono ormai talmente tanti da costringermi a periodici sfoltimenti e l’aggiunta di una libreria più piccola dietro lo schienale del divano. Davanti al mio tavolo conservo i libri autografati. Opere di premi Nobel come Saul Bellow e di amici di scarsissime capacità letterarie. Conservo ogni libro con lo stesso affetto anche se il valore culturale è abissalmente diverso.
Non riesco ad essere ordinata e le cose che voglio conservare sono talmente tante che l’effetto è piuttosto caotico. Tuttavia riesco quasi sempre a ritrovare libri e documenti.
Ho un tavolo da lavoro piccolo, che prima di me è stato usato da mia nonna Lelia Socini Cinelli, ma ho rifiutato di usare la sua scomodissima sedia preferendo qualcosa di ergonomico, anzi aspiro a qualcosa di ancora più adatto alla mia schiena dolorante dopo la frattura dello scorso anno. La mia poltrona e il pc portatile sono le sole cose veramente moderne nella stanza.